Come detto, e' un mese, piu' o meno, che non aggiorno il blog, pertanto trattenete il fiato e preparatevi a leggermi a lungo, per la durata di questo post.
Non posso assolutamente mancare dal segnalarvi un evento che toglie qualsiasi dubbio, se mai ce ne fosse stato uno, della mia appartenenza e del mio ruolo di fondatrice del Club La Nicchia: un reading (come e' di moda chiamare,oggigiorno, una serata di letture) di Poesia Tedesca. La sede? Come sbagliarsi, il mio amato Auditorium! La poesia era tedesca, ma nel senso che era anche letta in tedesco dal mio tanto amato Neri Marcore'.
Alternati alle poesie dei Lieder che avevano come testo le parole stesse delle poesie, eseguiti da due bravissime cantanti e da vari musicisti che si alternavano sul palco.
La serata e' stata molto interessante, ho apprezzato molto le poesie, un po'meno i brani musicali, era musica dodecafonica...basta la parola, come per il confetto Falqui!!
Il sabato successivo ho noleggiato il film Lars e una ragazza tutta sua,su consiglio di Silvia che lo aveva visto al cinema. Ecco un esempio di titolo che trae in inganno.
Non avevo letto recensioni sul film, ma vedendolo in cartellone nei cinema, il titolo mi aveva dato l'idea di una di quelle commedie americane romantiche, magari interpretate da Jennifer Lopez o la ragazza acqua e sapone di turno, che hanno tutte piu' o meno lo stesso copione, e per questo motivo avevo scelto di non vederlo al cinema.
Come mi ero sbagliata!!E' un film drammatico, non comico, che racconta non una storia d'amore, ma l'amore e le varie declinazioni che puo' avere nella vita delle persone,l'amore di una comunita' per uno dei suoi membri, quello di un fratello, quello di una ragazza, e quello di Lars, che non riesce a venire fuori e ad esprimersi se non dopo aver superato i suoi blocchi, le sue paure, attarverso un gioco tragicomico, a cui ha costrettoa giocare, per la'more che gli portano, tutta la comunita' che lo circonda.Il suo amore per una bambola gonfiabile, che e' la proiezione di Lars, il suo modo di comunicare sentimenti che altrimenti terrebbe nascosti dentro di se'. Lars ha, in un certo senso, il coraggio di farlo in modo macroscopico,ma il suo gioco mette in rilievo i giochi, le maschere, che tutti, in modo piu' o meno evidente, usano per affrontare la vita, l'amore, la morte. Un film delicato, commovente, profondo, struggente e pieno di speranza al tempo stesso, che consiglio a tutti di vedere.
La domenica e' stato poi il turno di un film che avevo puntato da tempo, e che rientra in quel filone di film medio-orientali che hanno caratterizzato questo inizio del 2008, per me in quanto spettatrice, e che tanta soddisfazione mi hanno dato.
Sto parlando de La banda, un film israeliano del regista Kolirin al suo esordio. La storia e' semplice, una banda musicale, esattamente la banda della Polizia egiziana, si reca in Israele per suonare all'inaugurazione di un centro culturale arabo, ma la somiglianza dei nomi nella lingua straniera con cui devono confrontarsti, li porta nel posto sbagliato, in un paese in cui non c'e' nulla, tantomeno un centro culturale arabo.
Lo spaesamento, le difficolta' della lingua, delle culture diverse a confronto, sono affrontate in modo diversissimo dai vari componenti della banda e dai loro interlocutori, alle prese con le loro storie, i loro problemi, le paure...
Una storia sull'accoglienza, che non deve necessariamente rappresentare un gesto eroico,sulle differenze che, se messe a confronto senza pregiudizi, arricchiscono anziche' dividere, con la musica che, come sempre, a volte e' un mezzo per facilitare l'approccio,quasi uno strumento di pace, oserei definirlo!!Bello, bello, bello, ed e' solo l'esordio di questo regista!Ogni personaggio racconta il diverso modo di affrontare la difficolta' che si trovano a vivere..la vita e' bella perche' varia!Magistrali le scene nella discoteca in cui si balla sui pattini, e quella in casa della donna che li ospita, con dei primi piani dei vari protagonisti avvolti nel riflesso blu della stanza.
Mi fermi qui per il momento, ma siamo solo a meta'!! Elenache riepiloga
lunedì 21 aprile 2008
Il cacciatore di aquiloni
E' molto che non scrivo e anche ora non avrei tempo, ma mi trovo un commento gia' mandato ad un collega, e ve lo copio. A presto con un riepilogo di quanto successo fin qua.
Grazie a Filomena per il suo bellissimo commento su Into the wild, andate a leggerlo un po' piu' giu'!
Il cacciatore di aquiloni: il film mi ha preso, nel senso che ho pianto tanto...e' vero che a volte mi veniva da piangere perche' sapevo gia' cosa sarebbe accaduto nella scena successiva, ma questo e' il prezzo di aver letto con passione e apprezzato il libro.
La parte che piu' mi e' piaciuta del film e' stata quella della vita a Kabul prima della partenza, fantastica la gara con gli aquiloni, anche se la ripresa degli stessi in aria era troppo americana per i miei gusti (sembrava Harry Potter che gioca a Quiddich, non so se avete presente, un cielo troppo finto!).
Ho trovato molto bravi i bambini.
Per la seconda parte invece, e' vero che le cose mostrate hanno dato il senso del cambiamento, ma ho trovato troppo sbrigative le parti narrative, il momento in cui Amir va a riprendere il bambino, la lotta con l'aguzzino (ricordo l'angoscia che provavo mentre leggevo). Poi la parte forse ancor piu' tragica della storia, le difficolta' burocratiche per portare il bambino in America, il suo tentato suicidio e la sua chisura in un triste mutismo per i troppi abbandoni e traumi subiti, tagliata del tutto...
E' vero anche che queste sono considerazioni successive, nel senso che il film mi ha comunque coinvolto sul momento. Forse posso dire che si puo' fare a meno di vederlo, o almeno per chi ha gia' letto il libro.
Dal punto di vista cinematografico, il regista mi e' sembrato un po'assente,ma secondo me era inevitabile che ci fosse la difficolta'/paura di rendere/tradire un'opera letteraria tanto amata e diffusa.
Buona settimana corta!! Elena
Grazie a Filomena per il suo bellissimo commento su Into the wild, andate a leggerlo un po' piu' giu'!
Il cacciatore di aquiloni: il film mi ha preso, nel senso che ho pianto tanto...e' vero che a volte mi veniva da piangere perche' sapevo gia' cosa sarebbe accaduto nella scena successiva, ma questo e' il prezzo di aver letto con passione e apprezzato il libro.
La parte che piu' mi e' piaciuta del film e' stata quella della vita a Kabul prima della partenza, fantastica la gara con gli aquiloni, anche se la ripresa degli stessi in aria era troppo americana per i miei gusti (sembrava Harry Potter che gioca a Quiddich, non so se avete presente, un cielo troppo finto!).
Ho trovato molto bravi i bambini.
Per la seconda parte invece, e' vero che le cose mostrate hanno dato il senso del cambiamento, ma ho trovato troppo sbrigative le parti narrative, il momento in cui Amir va a riprendere il bambino, la lotta con l'aguzzino (ricordo l'angoscia che provavo mentre leggevo). Poi la parte forse ancor piu' tragica della storia, le difficolta' burocratiche per portare il bambino in America, il suo tentato suicidio e la sua chisura in un triste mutismo per i troppi abbandoni e traumi subiti, tagliata del tutto...
E' vero anche che queste sono considerazioni successive, nel senso che il film mi ha comunque coinvolto sul momento. Forse posso dire che si puo' fare a meno di vederlo, o almeno per chi ha gia' letto il libro.
Dal punto di vista cinematografico, il regista mi e' sembrato un po'assente,ma secondo me era inevitabile che ci fosse la difficolta'/paura di rendere/tradire un'opera letteraria tanto amata e diffusa.
Buona settimana corta!! Elena
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