La Nicchia della Poesia (letta, piaciuta, condivisa!!)

Lascio a te queste impronte sulla terra
tenere dolci, che si possa dire:
qui è passata una gemma o una temoesta,
una donna che avida di dire
disse cose notturne e delicate,
una donna che non fu mau amata.
Qui passò forse una furiosa bestia
avida sete che dette tempesta
alla terra, a ogni clima, al firmamento,
ma qui passò soltanto il mio tormento
(Alda Merini)

sabato 23 agosto 2008

Il Dottor Zivago

Mi ha fatto compagnia a lungo, fino al giorno di Ferragosto, vista la sua mole di 554 pagine, escluse le poesie finali, ma, come sempre succede con i romanzi russi, non mi ha deluso e ho deciso di lasciare il commento del libro alle parole stesse del libro, che ho spesso sottolineato con piacere. L'unica notazione da fare e' che il libro tratta si dell'amore tra Zivago e Lara, ma forse tratti in iganno dal film e dagli intensi occhi di un giovane Omar Sharif, si e' convinti che sia il tema principale del libro. E' invece in grande romanzo storico sulla rivoluzione russa e le sue conseguenze, sulla Russia in genere, sulla sua cultura, un momento storico crcuciale, sull'evoluzione delle societa', delle famiglie, degli individui.
"Una sera autunnale nel cortile. L'aria e' un contrappunto di suoni. Le voci dei bambini che giocano sono sparpagliate in luoghi a diversa distanza, come a indicare che tutto lo spazio e' intriso di vita.Quello spazio e' la Russia, la sua incomparabile, celebre madre, il cui nome e' risuonato oltre i mari, martire, testarda, stravagante, folle, adorata, dalle uscite sempre grandiose e fatali e sempre imprevedibili. Com'e' dolce essere al mondo e amare la vita!Si vorrebbe dire grazie alla vita per quello che e', dirglielo direttamente!
Ecco, questo e' Lara. Con queste cose non e' possibile comunicare, ma lei e' il loro simbolo, la loro epsressione, il dono dell'udito e della parola dato agli elementi muti dell'esistenza.
...Oh, che amore era stato il loro, libero straordinario, a nulla somigliante!Pensavano, come amtri cantano:Non si erano amati perche' era inevitabile, non erano stati "bruciati dalla passione", come si suol dire.Si erano amati perche' cosi' voleva quanto li circondava:la terra sotto di loro, il cielo sopra le loro teste, le nuvole e gli alberi.Il loro amore piaceva a ogni cosa intorno, forse anche piu' che a loro stessi:agli sconosciuti per strada, agli spazi che si aprivano dinanzi a loro nelle passeggiate, alle stanze in cui si incontravano e vivevano.
Questo, questo era stato cio' che li aveva avvicinati e uniti! Mai, mai nemmeno nei momenti di piu' sovrana, immemore felicita' li aveva abbandonati quanto vi e' di piu' alto e di appassionante: il godimento dinanzi all'armonia dell'universo, il senso del rapporto tra loro e tutto il suo quadro, la sensazione di appartenenza alla bellezza dell'intero spettacolo, a tutto il cosmo.
Vivevano di questa comunione. E percio' l'esaltazione dell'uomo sulla natura, il culto idolatra dell'uomo e tutte le smancerie di moda nei suo confronti non li avevano mai attratti. I principi di un falso vivere sociale, trasformato in politica, erano apparsi a loro una ben misera cosa, roba fatta in famiglia, ed erano per loro incomprensibili."
Buon Zivago a tutti! Elena

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