La Nicchia della Poesia (letta, piaciuta, condivisa!!)

Lascio a te queste impronte sulla terra
tenere dolci, che si possa dire:
qui è passata una gemma o una temoesta,
una donna che avida di dire
disse cose notturne e delicate,
una donna che non fu mau amata.
Qui passò forse una furiosa bestia
avida sete che dette tempesta
alla terra, a ogni clima, al firmamento,
ma qui passò soltanto il mio tormento
(Alda Merini)

venerdì 23 ottobre 2009

Dalla vostra inviata alla festa del cinema - L'uomo che verra'

Non ci sono altre parole se non: Capolavoro. Potrei non aggiungere altro per definire il film di Giorgio Diritti, L’Uomo che verra’, ma mi priverei del gusto di poter scrivere tutto il bene possibile di un film. Da dove comincio? Sceneggiatura, regia, scelte musicali, fotografia, inquadrature, tempi narrativi, scelta del dialetto come lingua parlata dai personaggi, attori, volti, colori, messaggio, citazioni, equilibrio nei toni, senza scadere mai nell’ovvio, nel pietismo, ma con una eleganza, uno stile, una grandezza che sono proprie dei grandi maestri e dei capolavori.


L’allievo di Olmi supera il suo maestro. Nelle scene della natura, della famiglia riunita ad intrecciare ceste di vimini sembrava di rivedere le atmosfere de L’albero degli zoccoli. Bellissima la scelta di narrare la vicenda storica attraverso gli occhi di una bimba chiusa in un mutismo di dolore, di narrare non solo l’episodio di crudelta’della guerra, ma la vita della gente povera di quegli anni, di una comunita’, dei suoi riti, del legame alla terra e della fatica che si fa su di essa, dei sogni su un futuro migliore pensando all’emigrazione, della vita vera, dura, dei sentimenti profondi, silenziosi, che percorrono ogni scena. La scelta di cori, uno di voci bianche e uno di adulti, a sottolineare e rendere in maniera superba la drammaticita’ di alcuni momenti, e su tutti l’uomo, rappresentato nelle donne, nei bambini, nei tedeschi, nei partigiani, nei preti, nel bene, nel male, in attesa di quell’uomo che verra’, che sara’ diverso, migliore, e che purtroppo stiamo ancora aspettando.

Da vedere, rivedere, consigliare, non perdere, insomma: 10 su tutta la linea!

Dalla vostra inviata alla festa del cinema - Oggi sposi

Scrivo per dovere di cronaca, visto che sono la vostra inviata.

Ho visto il film Oggi sposi, alla Festa del cinema, di Luca Lucini. Non posso dire che non mi sia piaciuto, nel senso che e’ una commedia, con bravi attori, fatto anche bene, ma come gia’ detto, non e’ il mio genere. Devo segnalare la bravura di Filippo Nigro, che rappresenta il suo imbranato personaggio in maniera splendida.Anche Luca Argentero e’ molto bravo a recitare in pugliese. Le situazioni e i personaggi sono un po’ caricaturali, c’e’ magari qualche cliche’ di troppo, ma si sorride e si rintraccia dell’ironia che non guasta, con alcune trovate/battute e scene molto divertenti, da risata piena. Come chiesto da un intervistatore ad una spettatrice attonita che forse ignorava il significato della parola, in un aggettivo: gradevole.

lunedì 19 ottobre 2009

Dalla vostra inviata alla festa del cinema - The Last station

A parte il recupero che faro' scrivendovi cio' che penso degli ultimi film visti (Basta che funzioni, La doppia ora, Bastardi senza gloria), ieri sera si e' aperta per me la Festa del Cinema, con il primo film che sono andata a vedere, e cioe' The Last Station di Michael Hoffmann. Era l'anteprima con tanto di cast, regista e produttori in sala, ma non c'era quell'emozione, quell'entusiasmo che avevo respirato due anni fa alla Festa del cinema.Non so se perche' il clou della giornata c'era gia' stato, e dopo aver visto Clooney e Gere la gente ha pensato bene di ritirarsi, ma attorno al red carpet c'erano si e no 30 persone e 5 fotografi, e comunque era in arrivo Helen Mirren, che non mi pare l'utlima sconosciuta. Un piacere vederla, grande eleganza nei movimenti. Anche la sala Sinopoli dove eravamo era abbastanza vuota, tanto che quesi tutti si sono spostati alla ricerca di un posto migliore. Passiamo al film. L'argomento, l'ultimo periodo di vita di Tolstoj, per una come me che legge un classico russo all'anno e ha inserito due esami di letteratura russa nel piano di studi per pura passione, era di grande interesse, e il film ha avuto il pregio di saperlo raccontare anche con toni leggeri, dando vita a momenti comici, che in genere non appartengono al dramma storico. La parte finale del film mi ha un po' offuscato la vista con le inevitabili lacrime legate all'epilogo drammatico, ma soprattutto alla sottolineatura sentimentale del rapporto tra Tolstoj e la moglie, un rapporto d'amore intenso, con intensi contrasti che bene sono raccontati nel film. La cosa piu' strana e' stato pero' assistere al racconto di questo grande della cultura russa con la visione che puo' averne un anglo-americano, perche' il film e' nel suo svolgimento, nei toni scelti, decisamente anglo-americano e poco russo (il che non esprime un giudizio ne' positivo ne' negativo).Insomma, sembra un Tolstoj del Devonshire!! Senza contare che sentire parlare Tolstoj e sua moglie in perfetto inglese rendeva la cosa davvero stravagante. Ieri sera all'uscita ero entusiasta del film, oggi in maniera piu' razionale dico che mi e' piaciuto molto, due ore di buon cinema, grandi interpreti, magnifico James McAvoy che e' balzato di colpo in testa alla mia personale classifica degli attori preferiti!
Prossimo film martedi' sera: Oggi sposi (si lo so, non e' da me, ma consideratelo un peccato veniale!!) Elena

lunedì 5 ottobre 2009

Baaria e Noi

Baaria.Il film e' bello, non noioso, anche se lungo si segue benissimo, ben girato, belle scene, bella musica, bravi gli attori, ma...

Non so, non mi ha coinvolto emotivamente, e non e' perche' sapevo molte cose del film, perche' mi informo prima di qualsiasi film vada a vedere.Il mancato coinvolgimento forse deriva dal fatto che i vari momenti della vita di questa famiglia vengono raccontati a pezzi, che pero' sembrano quasi episodi staccati, cosa evidenziata anche dal montaggio e dalla verie scelte di passaggio da un momento storico all'altro (flash di foto, volo,etc).A un certo punto c'era un figlio in piu' della coppia, che non mi ricordavo fosse mai nato!
Una cosa che non mi e' proprio piaciuta sono le scene corali...durante la guerra, o anche dopo...un po' manieristiche, un po' troppo finte, si vede che sono comparse che si muovono tutte insieme,un effetto straniamento che pero' non e' uno stile di Tornatore. Anche l'accento messo dai critici su alcuni episodi mi e' sembrato esagerato rispetto all'intensita' e alla durata dell'episodio stesso.
Comunque da vedere, per farsene un'idea personale.
Invece, dal punto di vista delle letture, finalmente, finiti gli esami di questa sessione di settembre (ne ho fatti 4, sono molto contenta!), ho ricominciato a leggere per diletto.L'altro, un saggio di Kapuzynsky, Montediddio di Erri De Luca, bellissimi, e poi il nuovo romanzo di Walter Veltroni, Noi.Sapete gia' che l'avrei comprato e letto a prescindere, ma devo dire che invece questo libro mi ha preso ed emozionato. La cosa piu' bella e' vedere non solo la storia del nostro paese raccontata attraverso le vicende di una famiglia, ma l'immaginario dell'autore, con i suoi punti di riferimenti, cinematografici, letterari, politici...insomma, un modo bello e intenso di conoscere un po' di piu' Walter e scoprire, una volta di piu', quanto ci piacciano le stesse identiche cose!! E ieri sera, alle ultime pagine, mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi.
Oggi ho iniziato Venuto al mondo, il romanzo con cui la Mazzantini ha vinto il Campiello...vi faro' sapere. Baci Elena