Il titolo non vi spaventi...non sono in vena di confidenze particolari! La passione che mi ha accecato e' quella che nutro per Robert Downey Jr, l'attore in questi giorni protagonista del film Sherlock Holmes.
Lo confesso, sono andata a vedere il film e...lo confesso, l'ho fatto solo perche' c'e' lui! Beh, io non so se esista donna che non si sia innamorata del Larry che lui interpretava nella serie Ally McBeal, non posso credere che si riesca a rimanere indifferenti al suo sguardo, a quegli occhi marroni in quella testolina che si muove in modo tutto speciale, alle espressioni infinite del suo volto, quel suo essere compatto (non e' molto alto)...insomma, avete capito, con lui davanti non ragiono e questa mia passione mi ha portato a vedere un film che sicuramente non avrei mai visto, almeno al cinema.
Che dire del film ? Non sono esperta del genere, quindi non posso fare confronti, ma certamente e' un film con molto ritmo, che scorre, anzi, corre, salta, lotta, volteggia, con la spettacolarita' che richiede il pubblico dei nostri giorni. Diciamo che a parte l'ispirazione letteraria, sul detective e il suo rapporto con Watson, la storia dell'intrigo da risolvere e' un po' deboluccia, un po' scontata, un po' tanto accattivante e tagliata su misura per questi nostri tempi e questo nostro pubblico che ama sentir parlare di sette, riti, leggende e poteri occulti. Mi e' piaciuto molto il gioco dei ruoli tra i due protagonisti, il racconto di questa amicizia un po' speciale, dei sentimenti anche fin troppo rivelati, tra i due, visto che parliamo di inglesi, e del pudore con cui li manifestano. Infatti, anche se presenti, le storie d'amore dei due rimangono comunque un piano piu' indietro rispetto al loro rapporto di lavoro e d'amicizia. Un po' di noia nella fase finale, con improbabili esiti su un ponte di Londra in costruzione e tanta evidente finzione e forzatura.
Tutto sommato due ore gradevoli, sicuramente un titolo che spicca tra quelli commerciali proposti per questo Natale.
Per me svetta e rimane a livelli inavvicinabili l'interpretazione del mitico Robert Downey jr, di cui ho potuto ammirare ed ascoltare anche la calda e profonda voce nella versione originale. Passione allo stato puro.
Elena
mercoledì 30 dicembre 2009
domenica 20 dicembre 2009
Lourdes e Dieci inverni
Due film diversissimi, gli ultimi che ho visto, ma entrambi bellissimi.
Con ordine.
Lourdes e' un film di cui avevo tanto sentito parlare durante l'ultima mostra di Venezia, la critica molto positiva, ma nessun riscontro nei premi.
L'occasione dell'anteprima offerta dal Tertio Millennio festival era ghiotta, e ne ho approfittato, portando con me anche la mia mamma, pur essendo dubbiosa su come il film trattasse la materia religiosa, e avendo paura che potesse ferire la sensisbilita' di mia madre.Invece il film e' talmente ben fatto ed equilibrato, raffinato, delicato nel trattare i temi, che, come amo ripetere, e' un film davvero per tutti, credenti e non credenti. Dal punto di vista estetico e' davvero bello, con una scelta tutta curata e studiata delle inquadrature, dei tagli, delle visioni sempre incorniciate, sia materialmente che simbolicamente, dal luogo, dalle persone piu' o meno messe a fuoco, in primo o secondo piano.
Una costruzione sapiente, una splendida fotografia, una sapienza notevole nel realizzare il film sotto tutti i profili. E...un bicchiere di vino con un panino (non vi dico altro, capirete solo una olta visto il film).
Dieci inverni e' fresco di visione, ieri sera. Che dire: bello, bello, bello!
Bella la storia, come e' raccontata, la delicatezza, i sentimenti dei protagonisti che diventano quasi tangibili, o almeno, in alcune scene mi sembrava di vivere personalmente le loro sensazioni. Una Venezia raccontata e fotografata in maniera particolare, con degli scorci, non i soliti, non ususuali, da urlo, da farti venire voglia di prendere il primo treno e raggiungerla. I due protagonisti, Isabella Ragonese e Michele Riondino,eccezionali, straordinari, a rendere sul volto il gioco di questo amore, delle bugie, delleverita', delle paure, di tutto il mondo interiore dei personaggi che incarnavano.
Insomma, si e' capito che mi e' piaciuto tantissimo o no? Poi la chicca, da nicchia pura, dell'apparizione di un Capossela d'annata, con due sue bellissime e struggenti canzoni, scelta che non poteva essere migliore per incarnare lo spirito e la storia raccontata nel film.
Non vi resta che andare al cinema! Notte Elena
Con ordine.
Lourdes e' un film di cui avevo tanto sentito parlare durante l'ultima mostra di Venezia, la critica molto positiva, ma nessun riscontro nei premi.
L'occasione dell'anteprima offerta dal Tertio Millennio festival era ghiotta, e ne ho approfittato, portando con me anche la mia mamma, pur essendo dubbiosa su come il film trattasse la materia religiosa, e avendo paura che potesse ferire la sensisbilita' di mia madre.Invece il film e' talmente ben fatto ed equilibrato, raffinato, delicato nel trattare i temi, che, come amo ripetere, e' un film davvero per tutti, credenti e non credenti. Dal punto di vista estetico e' davvero bello, con una scelta tutta curata e studiata delle inquadrature, dei tagli, delle visioni sempre incorniciate, sia materialmente che simbolicamente, dal luogo, dalle persone piu' o meno messe a fuoco, in primo o secondo piano.
Una costruzione sapiente, una splendida fotografia, una sapienza notevole nel realizzare il film sotto tutti i profili. E...un bicchiere di vino con un panino (non vi dico altro, capirete solo una olta visto il film).
Dieci inverni e' fresco di visione, ieri sera. Che dire: bello, bello, bello!
Bella la storia, come e' raccontata, la delicatezza, i sentimenti dei protagonisti che diventano quasi tangibili, o almeno, in alcune scene mi sembrava di vivere personalmente le loro sensazioni. Una Venezia raccontata e fotografata in maniera particolare, con degli scorci, non i soliti, non ususuali, da urlo, da farti venire voglia di prendere il primo treno e raggiungerla. I due protagonisti, Isabella Ragonese e Michele Riondino,eccezionali, straordinari, a rendere sul volto il gioco di questo amore, delle bugie, delleverita', delle paure, di tutto il mondo interiore dei personaggi che incarnavano.
Insomma, si e' capito che mi e' piaciuto tantissimo o no? Poi la chicca, da nicchia pura, dell'apparizione di un Capossela d'annata, con due sue bellissime e struggenti canzoni, scelta che non poteva essere migliore per incarnare lo spirito e la storia raccontata nel film.
Non vi resta che andare al cinema! Notte Elena
giovedì 3 dicembre 2009
Women without men
Donne senza uomini, ovvero come le recensioni possano essere fuorvianti. Dopo la vittoria del Leone d'argento all'ultimo festival di Venezia avevo letto di questo film come un film pacifista, che in tandem con il Leone d'oro, cioe' Lebanon, portava avanti questo messaggio. Non voglio dire che non lo sia, ma non e' la tematica principale, e' come non averlo messo a fuoco. Il film e' innanzitutto un film surreale, che spesso lascia i sentieri della narrazione in senso stretto, e attraversa "boschi narrativi", tanto per fare una citazione dotta, dove le immagini sono cariche di significati che potremmo dire metafisici, scene, scenari, immagini che ci mandano in un altrove che altri non e' che l'interiorita' delle donne protagoniste, le quali hanno intrapreso, con esiti diversi,un cammino di liberazione interiore, un proprio personale "processo di pace", ma la pace dell'anima che trova (o almeno cerca) il proprio spazio nel mondo, nella vita del corpo che sta abitando.
Come vedete, anche da quanto scrivo, e' un film che ti costringe a volare alto, a pensare in termini che vanno oltre la pura realta' storica, seppure interessante, anche se non pienamente comprensibile ad uno spettatore che come me, non ha una conoscenza approfondita degli accadimenti di quel paese e di quel tempo.
Grande fotografia, una qualita' delle immagini eccezionale, un filtro verde a dare al film quel senso di morte che il colore verde al cinema ha assunto da Hitchcock in poi.
Come vedete, anche da quanto scrivo, e' un film che ti costringe a volare alto, a pensare in termini che vanno oltre la pura realta' storica, seppure interessante, anche se non pienamente comprensibile ad uno spettatore che come me, non ha una conoscenza approfondita degli accadimenti di quel paese e di quel tempo.
Grande fotografia, una qualita' delle immagini eccezionale, un filtro verde a dare al film quel senso di morte che il colore verde al cinema ha assunto da Hitchcock in poi.
martedì 1 dicembre 2009
Superlavoro da Festival
Al mio racconto della serata di giovedi', in cui ho visto il film "Ultima fermata 174" nell'ambito del Brasile Cine Fest, mi e' stato detto che io partecipo a festival di paesi che neanche sanno di aver prodotto un festival! Non e' cosi', ovviamente, e' che sono molto curiosa e sono sicura che non avro' altre occasioni, se non nell'ambito di un festival dedicato, di vedere del cinema brasiliano, perche' difficilmente trova distribuzione nelle nostre sale. Percio', brasiliano, cinese, italiano, iraniano,danese, turco,africano, israeliano o palestinese,ben venga il cinema ben fatto, interessante, diverso. Il film in questione era davvero bello, girato benissimo, meritevole, come e' stato, di concorrere all'Oscar come film straniero insieme al nostro Gomorra. Anche perche', come molti interventi in sala hanno ricordato, come Gomorra, racconta quella parte di societa' che forse non ci piace vedere, ma che esiste, e che purtroppo si introduce violentemente nelle nostre giornate, nelle nostre vite, se siamo fortunati solo attraverso un film o delle cronache giornalistiche, se lo siamo meno perche' nati ad una certa latitudine ed in certe condizioni, nelle nostre vite, in quelle dei bambini, in un mondo in cui il futuro non esiste, ed il presente e' orribile. Duro, senza pieta' e pietismi, il film e' una foto di una realta', che non e' la sola, chiaro, ma che per quanto si voglia dire che c'e' altro, non puo' essere ignorata, perche' drammaticamente vera. Una realta' democratica, perche' la ritroviamo, con i dovuti distinguo, da noi in Italia, nella Bucarest raccontata dal film Parada', ma anche e purtroppo nella Bucarest reale, e un po' dovunque nel mondo, dove regna la disperazione,e si nasce e si sopravvive senza guida, senza amore, senza cibo, soldi, lavoro, futuro, prospettive.
Domenica sera e' stata la volta di Estomago, una coproduzione italo-brasiliana. Un film ironico, divertente a tratti, grottesco nel finale, con un protagonista che vive due storie parallele, di cui si ricostruira' il filo solo alla fine, ma comunque una illustrazione di come la scelta della propria filosofia di vita porti poi a delle conseguenze, alle condizioni che ci troviamo a vivere. Dunque siamo artefici del nostro destino??Vittime o Carnefici? Uomini o caporali? Tra una frittura e l'altra, un sassicaia d'annata, sesso e cibo, Raimundo Nonanto sceglie da quale parte della barricata stare,perche' in fondo la societa' che ritrova all'interno della prigione non e' poi cosi' diversa da quella che c'e' fuori. La differenza la fara' lui, perche' ha imparato la sua personalissima lezione. Unica notazione negativa: l'ho trovato un po' lento in alcuni punti.
Il superlavoro da Festival prosegue perche' questa sera ho assistito alla proiezione del film Women without men, nell'ambito del Tertio Millennio Film Festival, ma e' un film che va lasciato risposare, pertanto vi rimando al prossimo post. Sogni festivalieri Elenusia
Domenica sera e' stata la volta di Estomago, una coproduzione italo-brasiliana. Un film ironico, divertente a tratti, grottesco nel finale, con un protagonista che vive due storie parallele, di cui si ricostruira' il filo solo alla fine, ma comunque una illustrazione di come la scelta della propria filosofia di vita porti poi a delle conseguenze, alle condizioni che ci troviamo a vivere. Dunque siamo artefici del nostro destino??Vittime o Carnefici? Uomini o caporali? Tra una frittura e l'altra, un sassicaia d'annata, sesso e cibo, Raimundo Nonanto sceglie da quale parte della barricata stare,perche' in fondo la societa' che ritrova all'interno della prigione non e' poi cosi' diversa da quella che c'e' fuori. La differenza la fara' lui, perche' ha imparato la sua personalissima lezione. Unica notazione negativa: l'ho trovato un po' lento in alcuni punti.
Il superlavoro da Festival prosegue perche' questa sera ho assistito alla proiezione del film Women without men, nell'ambito del Tertio Millennio Film Festival, ma e' un film che va lasciato risposare, pertanto vi rimando al prossimo post. Sogni festivalieri Elenusia
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