Passione
Più che un film un modo musicale di raccontare se stessi, la ricerca della propria identità, delle proprie radici. Cosa che Turturro ha fatto con gran classe, con grandi professionisti, belle riprese, le bellisime canzoni napoletane, grande ironia nel prendere in giro se stesso (imperdibile guardarlo "ballare" con Fiorello sulle note di Caravanpetrol!) ed i clichè su Napoli. A volte usandoli anche. Ma sempre con gran classe. Unico neo la semisceneggiata napoletana interpretata da Ranieri sulle note di Malafemmina...una nota stonata in una bella esecuzione!E poi la grande umanità di Turturro, che è scoppiato in lacrime alla fine della proiezione. John, we love you!
L'amore buio
E' davvero così chiara la linea di demarcazione tra vittime e carnefici? In un gioco di ruoli, il film racconta due storie, due facce di una medaglia, le due facce della città, di una splendida Napoli, di due mondi, due classi sociali, l'amore, quello che c'è e quello che manca, quello violento e quello che fa male anche senza violenza, quello libero e quello imprigionato,sia tra le mura di un carcere che tra le mura di una casa. Un bel film, difficile, intenso, molto stile Capuano nella resa. Gurdandolo ho pensato: mi ricorda La guerra di Mario...e solo dopo ho realizzato che stavo parlando del precedente film dello stesso regista! Cameo di un Gifuni splendido come sempre.
Malavoglia
Belle idea quella di attualizzare ai giorni nostri la storia immortale dei Malavoglia, dei personaggi, icone di ogni epoca, che vivono,oggi come sempre, le loro tragiche esperienze, ma anche la gioia semplice dell'amore. Un cast di giovanissimi, interessanti, che rendono credibile la narrazione che su di loro poggia. Con un tocco di speranza in più rispetto al romanzo da cui parte, specialmente per l'esito della vicenda di alcuni dei personaggi, ad esempio Lia. Perfetto per le scuole, per cogliere almeno i principali nessi di quell'affresco incredibile che Verga ha scritto ma che difficilmente i ragazzi leggeranno!Ma bello da guardare anche per chi ha relegato quella storia nei cassetti della memoria.
Cirkus Columbia
Si può raccontare la guerra anche per sottrazione. Fermando la camera su quel momento, su quel limite tragico e invisibile che separa un'età dell'oro che non si sapeva di vivere da quella della tragedia che sta per scatenarsi. E tornare a quel momento significa fare memoria del punto di partenza, forse guardare anche a ciò che non si è voluto vedere o non si è fatto in tempo a fermare, e soprattutto raccontarlo a quelle generazioni che possono solo sentirlo come un C'era una volta. Una bella fiaba, come questo film, un film d'amore, che con il tocco leggero della commedia e dell'ironia ci fa volare sulla giostra dei sentimenti e dei ricordi dei protagonisti, senza dimenticare l'affannosa ricerca, per buona parte del fim, di Bonny. Uno splendido gatto nero portafortuna.
I baci mai dati
Devo dire che non riesco a resistere di fronte all'ironia. E in questo film si può dire che sia la principale protagnista. Nel suo modo sempre sopra le righe la Torre ci racconta una realtà targicomica, che però a ben guardare, nonostante le spontanee risate che suscita, lascia l'amaro in bocca ad un minimo di riflessione. Toccando magistralmente i sentimenti, ci racconta, con l'occhio impietoso dell'ironia, o meglio, scatta un'istantanea su un'Italia che esiste, che si arrangia, che sfrutta i sentimenti, che è vittima e carnefice di se stessa. Divertente, sorprendente,commovente.
Alla prossima puntata, baci cinefili Elena
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento