Non sto per scrivere un saggio letterario sulla lettratura e l'influenza che puo' avere nella vita delle persone che la leggono...l'influenza del titolo e' quella piu' letterale, e non letteraria:sono a casa con febbre, tosse e ....quella che piu' elegantemente si chiama sindrome influenzale gastro-intestinale.Insomma, ci siamo capiti!!
A parte il primo giorno, in cui il mio cervello non ha avuto la forza di accendersi, e le uniche parole dette quelle di dolore, ma pronunciate solo dopo le sei del pomeriggio (prima giacevo come vegetale sul letto!), i giorni successivi sono stati almeno proficui dal punto di vista della lettura, nel senso che avendo tutto il giorno e tutta la notte a disposizione, le pagine sono volate, complici anche i due bei libri che ho letto.
Andiamo con ordine: La Tredicesima storia, di Diane Settelfield, e' il primo dei due. Una scrittrice inglese al suo primo romanzo, un libro di cui avevo sentito parlare e che mi aveva incuriosito, finito poi tra quelli ricevuti in regalo. L'ho letto con piacere, e' un libro gradevole, ben scritto, con una storia che ti prende, che scopri man mano insieme alla protagonista. Per definirlo, potrei dire che e' un libro molto inglese. Intendo dire che la cifra (come mi piace usare questa parola!!) che lo caraterizza e' la misura, la compostezza, non nel senso negativo di repressione, soffocamento delle passioni, ma di modo naturale di chi e' cresciuto ed e' abituato ad esprimersi, vivere e sentire attraverso i sentieri della giusta misura. E' anche questo un libro sulla lettura e l'amore per i libri come mi e' capitato ultimamente di leggerne o vederne in giro. E' il racconto di vite "low profile", come si direbbe oggi in TV, di cose raccontate sottovoce, di ricordi, passioni veicolate attraverso la letteratura, e comunque di sentimenti e confronto con se stessi. Piacerebbe a Marzullo sentire che lo definirei un romanzo "sottovoce".
Il secondo libro, che ho finito di leggere oggi, e' Il Muro Invisibile, di Harry Bernstein. Non conoscevo ne' l'autore (che tra l'altro, nonostante l'eta' avanzata,e' al suo primo romanzo) ne' la storia.Anche questo un regalo. Un libro autobiografico in cui l'autore ricostruisce la sua infanzia in una strada periferica di Manchester, durante la prima guerra mondiale, con la particolarita' che questa strada e' divisa in due da un muro invisibile: da una parte i cristiani, dall'altra gli ebrei.
Il libro e' scritto (e in questo caso tradotto) benissimo, in maniera molto semplice,e il racconto viene fatto dal protagonista bambino, che e' lo stesso autore. Viene raccontata la guerra, la miseria, lo squallore delle case, delle condizioni di vita, ma anche la religione, le difficolta' tra le due comunita', l'impossibilita' di un'amore tra un ragazzo cristiano ed una ragazza ebrea a causa della mentalita' delle famiglie, i sogni utopici di viaggi in America, ma tutto con tale semplicita', senza retorica, ma con le vivide immagine di quanto raccontato a emergere dalle parole.
La cosa piu' presente e chiara del libro e' il fatto che sia una storia vera, se ne sente l'odore, la verita', la nostalgia, il dolore. Ve lo consiglio caldamente!!
Ora sono indecisa con quale libro proseguire nella mia marcia letteraria, ma vi faro' sapere al piuì presto, in attesa di tornare in pista ed avere anche una vita sociale!! Elenaconlinfluenza
martedì 29 gennaio 2008
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