La Nicchia della Poesia (letta, piaciuta, condivisa!!)

Lascio a te queste impronte sulla terra
tenere dolci, che si possa dire:
qui è passata una gemma o una temoesta,
una donna che avida di dire
disse cose notturne e delicate,
una donna che non fu mau amata.
Qui passò forse una furiosa bestia
avida sete che dette tempesta
alla terra, a ogni clima, al firmamento,
ma qui passò soltanto il mio tormento
(Alda Merini)

domenica 9 marzo 2008

Volver...ritornare

Mi sono lasciata trasportare dalla musica che sto ascoltando metre vi scrivo, un bel cd di canzoni di Carlos Gardel, tra cui la famosa Volver. Ritornare, anche dopo tanto tempo, e accorgersi che la vita e' un attimo, che ci si aggrappa con l'anima ad dolce ricordo...
Tra ieri ed oggi ho visto due film che appartegono alla categoria dei film che mettono in moto il cervello, che non ti lasciano dopo che la proiezione e' finita: Into the wild - nelle terre selvagge e Mare dentro.
Into the wild e' riuscito a sorprendermi. Mi spiego. Mi aspettavo un bel film, grande fotografia, ma c'era molto di piu'. C'era la storia di un uomo, ma non nel senso, o almeno non soltanto, del racconto delle cose fatte durante il suo viaggio, ma la sua storia interiore, la sua ricerca, sincera, ingenua, dolorosa, pericolosa ma onesta del senso della vita, di se' stessi senza maschere e convenzioni, a confronto con la sola natura. Una ricerca estrema, spinta fino ai limiti, con i rischi che questo comporta. Un film che scava nel profondo, che fa vedere le cose da tante angolature, una storia vera e per questo ancora piu' straziante e affascinante. Una ricerca che si conclude con la consapevolezza, da parte del protagonista, che la felicita' non esiste se non e' condivisa.
Conquista che egli riuscira' a comunicare solamente attraverso il suo diario, perche' muore prima di ritornare. Una regia meravigliosa, una bellissima fotografia, una colonna sonora perfetta nei temi musicali, ma anche nella scelta dei testi, un'indagine profonda dell'animo umano. Imperdibile.
Oggi ho visto invece Mare dentro, il film che qualche anno fa vinse il Gran Premio della giuria alla mOstra del cinema di Venezia. Un film che puo' spaventare appena si sente il tema di cui parla: l'eutanasia. Ma anche qui, si puo' guardare il film in tanti modi, come spunto di una discussione sul tema, ma anche e soprattutto sulla storia di un uomo, paraplegico da 26 anni, che,lucidissimo, ha deciso di morire, ma ha bisogno dell'aiuto altrui per farlo. E' la storia dell'uomo, dell'aiuto che riesce comunque a dare agli altri, pur nel suo stato, della sua famiglia che deve e sceglie di accudirlo con grande generosita' e amore, delle persone nelle sue stesse condizioni che non hanno pero' la sua stessa esigenza, della sua rivendicazione di dignita' e di un vita e una morte dignitosa. E' la storia dell'amore, coniugato in mille modi diversi, che puo' portare a scelte molto distanti davanti alla stessa situazione, ma Ramon chiede di non giudicare. E' il racconto, come riscontrato anche ne Lo scafandro e la farfalla, dell'immaginazione che non puo' essere ingabbiata, fermata. E il nostro Ramon si trova a volare fino alla spiaggia, a vivere quell'amore che nella realta' rimarra' un bozzolo, visto con gli occhi umani della nostra concretezza.
Anche qui una storia vera, anche qui una struggente ricerca del senso e le conseguenti scelte, spinte all'estremo, dopo una combattuta ricerca ed un lavoro di onesta' su se stessi e la propria volonta'. Molto bella la dimensione onirica di questo film, con il volo meraviglioso di Ramon sulle note di Nessun dorma, le sue poesie che vanno oltre,la'more e le due declinazioni nei vari personaggi che accompagnano il "cammino" di quest'uomo immobilizzato.
Inteso, profondo,bellissimo, un film che pone e lascia aperti tanti interrogativi.
Volver… con la frente marchita,Las nieves del tiempo platearon mi sien…Sentir… que es un soplo la vida,Que veinte anos no es nada,Que febril la mirada, errante en las sombras,Te busca y te nombra.Vivir… con el alma aferradaA un dulce recuerdoQue lloro otra vez…
Gardelena

1 commento:

Anonimo ha detto...

Avevo giurato che non avrei mai visto il film Into the wild, di cui avevo letto sul Corriere Magazine una recensione a dir poco demolitoria e, col senno di poi, decisamente inveritiera.
Ho visto il film, quasi costretta dalle “circostanze” (leggi pressanti insistenze di Elena) e ho capito che chi ha scritto quella critica non può aver visto il film!
Into the wild è un film stupendo, unico.
Chiunque, almeno una volta nella vita non ha desiderato di “perdersi”, allontanandosi da tutto e tutti, in cerca di sé stesso e di avventure, come fa Chris, il protagonista del film?
Il ragazzo, che nella sua “nuova” esistenza si ribattezza Alex Supertramp - e noi con lui – va incontro all’ignoto e alle esperienze più diverse e più vere: l’amicizia con la coppia hippies di venditori ambulanti che vive in camper e trovano in Chris il figlio mai avuto o perduto; il duro lavoro condiviso con i contadini che lo accolgono nel loro mondo; l’affetto del vecchio Ron, un ex militare che ha perso moglie e figlio in un incidente, che gli parla di Dio e di come lo si possa trovare facendo esperienza del perdono.
E poi la natura, incontaminata, vasta e selvaggia dell’Alaska che accoglie (madre e matrigna) Alex alla fine del suo viaggio.
Alex fugge dai genitori di Chris, perbenisti e ipocriti, che non hanno mai dato ai figli la benché minima idea dell’amore. Chris fugge in cerca di amore, al di là della rabbia e del desiderio di avventura. E troverà l’Amore in tutte le creature che conoscerà, ritroverà l’amore per i suoi genitori e infine avrà voglia di tornare a casa, senza riuscirci.
Il viaggio di Chris deve concludersi solo dentro la sua coscienza: la felicità è la condivisione con gli altri. Addio Chris, non dimenticheremo mai la tua magnifica avventura.
Filos