La Nicchia della Poesia (letta, piaciuta, condivisa!!)

Lascio a te queste impronte sulla terra
tenere dolci, che si possa dire:
qui è passata una gemma o una temoesta,
una donna che avida di dire
disse cose notturne e delicate,
una donna che non fu mau amata.
Qui passò forse una furiosa bestia
avida sete che dette tempesta
alla terra, a ogni clima, al firmamento,
ma qui passò soltanto il mio tormento
(Alda Merini)

venerdì 28 dicembre 2007

Natale e Santo Stefano

Dopo le febbrili corse al regalo (degli altri), i soliti servizi al telegiornale (piu' acquisti, meno acquisti, si risparmia ma gli italiani non rinunciano a spendere per il cenone bla bla bla i regali originali e quelli riciclati bla bla bla), anche il Natale e' passato. Il mio e' stato un Natale all'insegna della semplicita', a casa di Anna Maria e Franco il 24 sera, e da Valerio e Francesca il 25, con gli ingredienti giusti: buon cibo ma soprattutto buona compagnia! Il 26, come da me programmato, e' stata indetta la giornata della pigrite acuta, con semplici regole: mai mettere il naso fuori di casa, rimandere in pigiama e vestaglia tutto il giorno, passando dal letto al divano, dal libro ad un cd, alla televisione, o meglio ai due film che ho noleggiato (perche' in TV gia' non c'e' niente di solito, ma nei giorni delle feste il baratro del nulla incombe, e non fanno neanche piu' i bei vecchi classici, che si vedono anche per le centesima volta, tipo Picccolo Lord o Mary Poppins!!).
I due film che ho visto sono "La ragazza del lago" e " Il 7 e l'8". Due generi diversi, che avevo perso quando sono usciti al cinema.
Il primo film, tanto osannato dalla critica, non mi e' dispiaciuto, ma e' sicuramente uno di quei film che non si possono vedere a casa. Probabilmente lo avrei apprezzato di piu' se lo avessi visto sul grande schermo. Lento, quasi pittorico, sul piccolo schermo si perde l'effetto che sicuramente aveva al cinema. Bravo come al solito Tony Servillo, un po' troppo forzate le atmosfere rarefatte.
Il 7 e l'8 e' il film di Ficarra e Picone. L'ho preso perche' avevo sentito pareri positivi, che lo descrivevano come diverso dai soliti film dei comici. E' vero, non e' una commedia basata sui cliche' che secondo alcuni fanno ridere (cadute, tette in mostra, equivoci, doppi sensi).
E' un film leggero, ma gradevole, non e' mai volgare (e questo e' davvero apprezzabile!), ma alla fine mi ha lasciato un senso di incompiutezza...quando e' finito non mi aspettavo finisse, e mi e' sembrato troppo sbrigativo.
Stasera si torna al grande schermo con "Nella Valle di Elah", di cui vi raccontero'. Nel frattempo si avvicina la fine dell'anno e forse il prossimo post sara' datato 2008! Buon anno!

lunedì 24 dicembre 2007

Cinema Farnese

Che bella domenica che ho trascorso!! La citta' si e' svuotata e ieri mattina ero da sola sul lungotevere, diretta all'auditorium. Stessa cosa ieri pomeriggio, ho trovato parcheggio sul lungotevere, all'altezza di Ponte Sisto, senza problemi. e poi con Rosanna abbiamo fatto una bella passeggiata a Campo de' Fiori, via dei Giubbonari, Piazza Farnese. Mi sono regalata una bella borsa di lana cotta che avevo adocchiato da tempo nel mitico negozio TABA di Campo de' Fiori.Quanto e' bella Roma, ogni volta che ho l'occasione di andare in centro. Il tutto si e' concluso con la visione del film "Across the Universe", che avevo perso durante la Festa del Cinema.
Il film e' carino, gradevole, da vedere per una serata rilassante anche se non privo di spunti di riflessione, l'unico difetto e' che non si poteva cantare in sala, e le canzoni dei Beatles, a volte riarrangiate in maniera davvero orginale e carina, mi ispiravano tanto!!La cosa che mi ha fatto riflettere, e ne devo dare il merito al film, sono stati i testi delle canzoni. Conosciute, straconosciute, cantate da me tante volte. Eppure, forse perche' non le ho vissute nel momento in cui sono state scritte e cantate, non avevo mai misurato la forza dei testi, la loro rivoluzionarieta', la loro forza dirompente nel contesto e nel momento storico in cui sono state scritte. Inserite nel film a sottolineare momenti personali dei protagonisti e momenti storici, hanno assunto una dimensione ed un significato totalmente diverso, e questo mi e' piaciuto molto. A fare da cornice a questo evento, il piccolo gioiello che e' il Cinema Farnese. All'ingresso del cinema c'era una mostra sui Beatles, con le copertine originali dei 45 giri.
Ho notato poi una piccola videoteca, ed ho chiesto se avessero il film "Ogni cosa e' illuminata": venduto pochi giorni prima!Ma sono fiduciosa, il direttore mi ha assicurato che lo cerchera' e me ne dara' notizia. Prima di entrare in sala abbiamo parlato della futura programmazione, dei film della festa del cinema. E' davvero un cinema di nicchia, gia' la volta precedente la maschera ci aveva confortato nella nostra scelta del film, ieri ho avuto modo di confrontarmi su film di cui difficilmente si sente parlare, e che ho visto perche' li ho seguiti con attenzione per scoprire dove li avrebbero proiettati. Ma a parte i gusti in comune, la cosa bella e' stata il sentirsi trattati come persone, lo scambio, il confronto, anche se non ci si conosce. Bravi!! Buon Natale!

giovedì 20 dicembre 2007

Tutti impazziti

Lunedi' sera dovevo recarmi a via di Torre rossa, zona Boccea, per le prove dei canti del Coro Academicus, di cui faccio parte. Appuntamento alle 1900 sotto il mio ufficio, a Castro Pretorio, con la mitica Maria Pia, per essere alle 1930 in zona Prati, dove ci aspettavano altri coristi, per poi dirigerci insieme nel luogo indicato. Beh, volete sapere a che ora siamo arrivate a via di Torre rossa? Alle 2030!! Un'ora e 30 minuti per un percorso che non ne richiederebbe piu' di 40!!
Appena imboccato il Muro Torto un'allegra segnalazione sul cartello predisposto indicava che c'era traffico congestionato, e soprattutto diceva: Tempo stimato (per completare il percorso del Muro Torto) 66 minuti...a quel punto ero gia' in coda, allora, senza rassegnarmi alla catastrofe, sono uscita appena potevo dalla fila, per fare un percorso alternativo: bloccato anche quello!
Ci siamo chieste: un incidente, dei lavori, cosa impedisce il normale scorrimento? Era solamente l'esorbitante numero di macchine, perche' tutti sono impazziti e devono andare in centro per i fantomatici regali natalizi....A volte mi chiedo se sono un fantasma o davvero vivo anch'io in questa societa'. In questo momento mi sento molto di nicchia, non avendo comprato regali di Natale e non avendo la preoccupazione di farlo. Sicuramente comprero' qualcosa per mia madre, una maglia di cui ha bisogno, due biglietti per lo spettacolo di Brignano che le piace tanto, qualcosa agli amici piu' cari, ma scegliendo in base ai loro desideri, cose che so da loro desiderate, e se non arriveranno entro il 24...pazienza (o ciccia! come dico spesso).
Niente candele, niente regalo tanto per farlo, con alcuni abbiamo rimandato a dopo Natale.
Sono convinta che il regalo sia una bellissima cosa, sia riceverlo che farlo, ma non quando diventa un obbligo stabilito da Babbo Consumismo, con la conseguenza di acquisti a cifre folli di cose orribili, e soprattutto senza alcun senso! Siccome ormai si e' regalato di tutto si comprano oggetti improbabili di cui non si sa e non si sapra' mai il modo d'uso....l'apribottiglia ma per aprire bottiglie di plastica che si trovano a 200 metri di distanza, una telecamera da casco con computer (sentito ieri al telegiornale)...per riprendere cosa?? La targa di chi ti sorpassa??
Scusate lo sfogo...non sono neanche una di quelle che dicono: "Odio il Natale", ma se diventa solo corsa ai regali e al cibo, io mi dissocio, e vivo il mio Natale di nicchia!

venerdì 14 dicembre 2007

Dalla Russia con amore

Sono un po' in ritardo con gli aggiornamenti ma questi ultimi giorni sono stati davvero pieni, sia dal punto di vista lavorativo che non, e non ho avuto un secondo per fermarmi a scrivere.
Martedi' era il giorno di questa settimana gia' destinato al cinema, c'erano varie scelte ma poi Dompa mi ha proposto un film russo, proiettato nell'ambito del Festival del Cinema Spirituale, ed ecco che ho visto Alexandra, del regista Sokurov, nella Sala Trevi, che poi ho scoperto essere la Cineteca Nazionale. Un piccolo gioiello (una sola sala, 98 posti), con vetrate che si aprono su resti archeologici, una vera delizia, per non dire una "nicchia"!
Il regista era presente in sala e ci sono voluti tre secondi per riconoscerlo, pur non avendolo mai visto...era inconfondibilmente russo, non saprei come altro esprimermi. Ha fatto una breve introduzione e poi ecco il film, ambientato in un campo militare russo in Cecenia. Una nonna che vuole vedere il nipote e lo raggiunge nel campo per stare un po' con lui. E' uno di quei film in cui la trama e' quasi inessenziale, e anche nel raccontarvela mi sembra quasi di sminuire il film, di ridurlo a qualcosa che non e'. La fotografia stupenda, il distacco che lo pervade, i volti, gli sguardi, le situazioni...un film che parla della guerra senza farla vedere, dei sentimenti senza essere sentimentale, con bellissime musiche scelte tra quelle dei grandi maestri russi.
La scoperta un po' spiazzante e' stato il mio pensiero, durante il film, ad un possibile attentato da parte di alcuni personaggi ceceni che venivano marginalmente inquadrati, con sguardi furtivi.Non sono riuscita a capire se il regista ha abilmente creato dei piccoli ed impercettibili momenti di suspense che mi hanno portato a pensare ad un'evoluzione negativa, ad un'attentato. Ma la cosa mi ha sopreso comunque, perche' non ho alcun pregiudizio in merito, e mi sono ritrovata ad aspettare che l'attentato accadesse, smentita dal film.
Sono contenta di aver fatto parte di quella esigua schiera di persone che ha visto il film, ne ha potuto ricavare profondi spunti di riflessione e lo ha apprezzato! Piu' nicchia di cosi'...Grazie Dompa!

domenica 9 dicembre 2007

Piu' libri piu' liberi

E' stata davvero una settimana all'insegna dei libri e della letteratura. Vi ho già parlato della presentazione del libro di Carofiglio, poi giovedi' la lettura dei brani tratti dal libro di Mario Calabresi, di cui vi ho accennato. Ho comprato il libro per l'occasione, giovedi', e venerdi' era gia' finito (a volte ci sono delle urgenze, e un libro spuntato dal nulla scavalca uno che era già in attesa di esser letto, se non addirittura in lettura!). Il racconto del dolore, ma soprattutto della dignità, della forza di vivere di cui il libro e la vita dei protagonisti e' impermeata sono uno stimolo, un esempio, uno strumento di riflessione e di crescita. Anche se in modi diversi, chiunque abbia provato dolori cosi' grandi come possono essere solo i lutti, si può riconoscere in alcuni meccanismi di difesa, rimozione, elaborazione. Credo che il libro, il reading e questo genere din inizative servano molto, soprattutto per quelli che sono nati dopo, e che spesso si fanno un'idea delle cose in base al racconto che viene fatto loro da quelli che li circondano, i familiari prima, la scuola o gli amici dopo, e non sempre si ha la fortuna di avere racconti obiettivi, reali.Certo, si può obiettare, anche i familiari delle vittime non sono obiettivi,ma io credo che non ci sia niente di piu' oggettivo della morte.
La maratona letteraria è continuata oggi con la fiera Piu' libri piu' liberi, al palazzo dei Congressi all'Eur. Insieme alla mia amica Filomena e a mia madre ci siamo avventurate nel groviglio degli stand, trovando spunti interessanti e qualche simpatico regalo di Natale. Ho trovato un libro di cui vi scrivo solo il titolo: Chi schiaccia i punti neri è razzista? L'autore è Giancarlo Ravazzin, la casa editrice la Greco&Greco: 1000 domande senza risposte per spassose serate da soli o con gli amici (questo potrebbe essere il sottotitolo!Davvero un libro di nicchia!). Poi alle 20 l'incontro con Camilleri: un grande uomo di spirito, un'affabulatore, oltre che uno scrittore a cui devo tante ore piacevoli, in compagnia dell' amato Commissario Montalbano. Che bella serata!!Vi lascio con una frase dall'acquisto odierno: Quanto bisogna resistere prima di arrendersi all'evidenza? Meditate gente, meditate.

giovedì 6 dicembre 2007

Libri a teatro

Amo leggere da sempre, anche da quando non sapevo ancora farlo ed ho imparato a 5 anni da un amico che leggeva Topolino, per poi non fermarmi piu'. Nella mia borsa, per piccola che sia, c'e' sempre posto per un libro, se non dentro, sopra, affianco, sul mio comodino, durante la pausa pranzo, mentre aspetto qualcuno in macchina, dove e come posso.
Chi mi conosce lo sa, ed e' per questo che per il compleanno, ad esempio, ho ricevuto ben 6 libri in regalo dai miei colleghi! In questo momento sono impegnata su due fronti: Amanti e regine- il potere delle donne, un excursus nella storia delle donne al potere in Francia, a partire da Caterina de'Medici, che leggo a casa la sera prima di addormentarmi e L'arte del dubbio, il nuovo libro di Carofiglio sulle tecniche della cross-examination nei processi. Lunedi' scorso sono andata alla presentazione del libro al teatro Eliseo, dove l'autore, insieme a Lella Costa e Ugo Maria Morosi, ne hanno dato una lettura scenica. La cosa piu' tenera e' stato vedere la timidezza dell'autore sul palcoscenico. Nonostante la sua professione di Pubblico Ministero e quindi l'abitudine a parlare in pubblico, i suoi gesti erano dolcemente imbarazzati, ed ho trovato un motivo in piu' per leggere i suoi romanzi e le vicende dell'avvocato Guerrieri, di cui ho pensato dai primi momenti che e' un tipo d'uomo di cui potrei innamorarmi.
Stasera altro Reading (come si dice oggi per essere alla moda) con un attore che trovo fantastico (e con il quale scapperei in capo al mondo!ndr): Luca Zingaretti legge pagine tratte dal libro "Spingendo la notte piu' in la'" di Mario Calabresi, in una serata per i familiari delle vittime del terrorismo. Vi aggiornero' nei prossimi giorni su come e' anadata.

domenica 2 dicembre 2007

La giusta distanza

Forse avete intuito dalla massiccia presenza di recensioni cinematografiche che il cinema è una delle mie passioni. Quando poi vado a vedere un film davvero bello e ben fatto, allora scatta l'entusiasmo e la voglia di contagiare chiunque entri in contatto con me, perche' possa provare le stesse belle emozioni. Ieri sera ho visto La giusta distanza, il film di Carlo Mazzacurati. Un film talmente ben fatto che non sembra un film, talmente reale da riconoscere come vicine le scene, le situazioni, le problematiche analizzate, sfiorate, accennate o approfondite attraverso il racconto. Gli sguardi, i tempi, la scena del ballo di due uomini tunisini, i volti, le musiche, tutto curato in maniera mirabile, vera, ma al tempo stesso artistica. Ve lo consiglio, credo che andro' a rivederelo (ed è un rito che riservo solo ai film che mi entusiamano!). Unica pecca e' che io non riesco a tenere la giusta distanza che Fabrizio Bentivoglio, alias il giornalista Bencivegna, consiglia al giovane protagonista aspirante reporter. Nei miei post pseudo-recensioni troverete sempre la mia passione, il mio entusiasmo o la mia delusione. E mi lascio talmente prendere che mentre tornavo a casa dopo il film ho fatto una cosa che mi piace molto e che mi fa sentire all'interno di una sceneggiatura, di un ciak... ho scelto la musica adatta al momento, e soprattutto ai luoghi in cui passavo. Ho attraversato il centro di Roma, ho visto i fori illuminati, il Colosseo con la voce di Giuliano dei Negramaro che diceva:"è così che va via un poi di noi, senza tante parole, senza fare piu' rumore, quel p0' di noi " oppure "potessi trattenere il fiato prima di parlare, avessi le parole giuste per poterti circondare di quello che di me, bellezza in fondo poi non è..." proprio come dentro un film. Decisamente la giusta distanza non rappresenta il modo in cui vivo!Buonanotte da Elenafilmfestival

martedì 27 novembre 2007

E non mi resta che allacciare un paio d'ali alla mia testa!

E' vero, sono di parte, ma il concerto acustico dei Negramaro a cui ho assistito domenica sera e' stato davvero fantastico, e non solo perche' ho ascoltato le canzoni di un gruppo che seguo e quindi gia' apprezzo, ma perche' il concerto mi ha permesso di scoprire la bravura di ogni singolo musicista che compone la band, alle prese con strumenti particolari, provenienti da varie parti del mondo. I diversi arrangiamenti hanno reso molto particolari e raffinate le canzoni gia' note, c'era una bellissima atmosfera, un pubblico attivo, la Sala Santa Cecilia dell'auditorium grandiosa ed emozionante, cosi' gremita di gente che cantava all'unisono...insomma, non so se si e' capito che mi e' piaciuto ... piu' di tutti gli aggettivi che potrei usare!Forse la foto, fatta a fine concerto, rende l'idea di quel pizzico di follia e fantasia necessari per vivere l'evento.
Elenaconlealiintesta

mercoledì 14 novembre 2007

Eduart - MedFilmFestival - La vostra inviata colpisce ancora

Eduart.Un emigrante, un albanese in Grecia, alla ricerca del suo sogno. Un sogno che diventa incubo, lo trascina al fondo del fondo. Poi il carcere, che pero' diventa strumento di redenzione attraverso l'incontro con un dottore tedesco, prigioniero anche lui. Un incontro non banale,una trattazione mai scontata.
La cosa piu' impressionante di questo film e' sapere che e' una storia reale, raccontata alla regista Angeliki Antoniou dal vero protagonista.
Presentato al MedFilmFestival, nonostante l'ora tarda (la proiezione, prevista alle 2230, e' iniziata alle 2300), e' riuscito a colpirmi, sia per il contenuto che per la regia, le riprese.
Non ti affezioni al protagonista, non tifi per lui, se non alla fine, quando riesce a ritrovare la sua umanita' e va a costituirsi. Non voglio raccontarvi la trama, e' un film da vedere, e' un film sul senso di colpa, che come ha detto la regista, e' ormai qualcosa di sconosciuto alla nostra societa'.
Un film su cui riflettere, con una cocente attinenza alle emergenze della nostra societa', con un grande ritmo. Non so sinceramente se uscira' mai nelle sale italiane, ma forse in qualche cineclub avrete speranze di scovarlo.

martedì 13 novembre 2007

La Boheme - Come ridere per non piangere

Devo assolutamente raccontarvi cosa mi e' successo ieri sera. Con la mia co-fondatrice del Club La Nicchia, la mitica Maria Pia, siamo andate a vedere la Boheme all'auditorium della Conciliazione, avendo ricevuto i biglietti in omaggio da un amico che cantava nel coro.
Tralasciando di raccontarvi la disorganizzazione, per cui ci hanno fatto fare un'ora e mezza di fila per dirci che non c'erano biglietti stampati per gli ingressi omaggio e che dovevamo fare una specie di corsa all'ultimo sangue per accaparrarci un posto, voglio raccontarvi come si distrugge un'opera e la sua bella musica.
E' stata piu' una serata di cabaret, perche' appena uscito in scena il tenore, lo abbiamo ribattezzato Umberto Smaila, tanta la somiglianza, nella voce oltre che nel corpo. Era straniero, qualcuno puo' obiettare, ma allora Domingo?? Scenicamente si muoveva come una specie di gorilla, tanto che mentre Mimi' stava per morire, lui si e' gettato in ginocchio da lei...ma almeno a tre metri di distanza, in questo caso, e poi ha fatto dei saltelli a terra per raggiungere il letto!!
Abbiamo allora sperato in Mimi'...ed e' proprio vero che chi di speranza vive disperato muore!!
Il mio primo pensiero e' stato: " Questo non e' un soprano!". Aveva una voce scura, profonda, prendeva la rincorsa per arrivare agli acuti, i piano/pianissimo sconosciuti, e Maria Pia ha esclamato: "Ma canta come Mauro Mantovani!" (un nostro amico salesiano che ha una voce dolce e a volte cantilenante, ma ha il sole dentro!), e poi vibrava che sembrava intenta a fare i gargarismi per il mal di gola.
Abbiamo trovato sufficiente Marcello, il padrone di casa, Colline, brava Musetta, anche se un po' di potenza in piu' nella voce non ci sarebbe stata male. Unico appunto, scenicamente parlando, il momento comico scaturito dal fatto che avrebbe dovuto concludere l'aria che cantava mettendo il bicchiere di champagne in mano a Marcello...e non trovava la mano, quindi ha fatto almeno due tentativi prima di riuscire, con un effetto esilarante!
Bravissimo invece (e ci voleva!) Schaunard. Insomma, per tutta la serata ci siamo divertite a sparlare di questo e quello, ad inorridire per gli acuti mal riusciti, alcuni fuori tempo, l'orchestra che copriva le voci nei duetti, ma anche quando in scena erano in quattro o cinque a cantare....
La cosa incredibile erano i commenti estasiati di alcuni spettatori dietro di noi, bella la scenografia, bravo qua, bravo la, che voci... hanno ragione gli antichi: de gustibus non disputandum est.
Siamo uscite allegre per avere assistito ad un'opera buffa, senza saperlo, con buona pace di Puccini che sicuramente si rigirava nella tomba!
p.s.E meno male che era gratis!

lunedì 12 novembre 2007

Concerto al Quirinale

Ieri ho trascorso una giornata bellissima, condita da due esperienze di musica totalmente diverse, ma ugualmente ineteressanti. La mia amica Elisabeth e' venuta a Roma da Napoli e per l'occasione le ho proposto di visitare il Quirinale ed assistere al concerto che si svolge nella Cappella Paolina, trasmesso anche da Radio Tre. E' stata una bellissima esperienza, ho potuto ascoltare autori che non conoscevo, o molto poco, quali Galuppi, Clementi, Cherubini, Scarlatti, ma soprattutto, oltre al bravissimo pianista, ho potuto apprezzare il concerto grazie alle introduzioni di Stefano Catucci, che poi ho scoperto oggi essere docente di estetica all'Universita' di Camerino. E' riuscito a darci delle buone chiavi di ascolto, cultura in abbondanza, ma il tutto con una sempicita' e leggerezza che mi hanno colpito.In serata invece, festa di San Martino a casa di Pietro, dove alcuni amici pugliesi hanno accennato dei brani di pizzica rivisitata, con mandolino, chitarra e tamburello. Purtroppo l'inquilina del piano di sotto non ha gradito altrettanto ed il mini concerto e' stato interrotto! La morale della favola: spaziare!!

lunedì 29 ottobre 2007

Festa del Cinema di Roma – 2007

Mi e’ stato chiesto un bilancio sulla Festa del Cinema. Non mi tiro indietro.
Non ho esperienza di festival, non so come siano organizzati gli altri, ma vi parlo di quello che ho potuto vivere io in quest’ultima settimana.
L’Auditorium Parco della Musica, oltre ad essere adatto come luogo fisico alla realizzazione della Festa, rappresenta anche lo spirito della stessa. Infatti, normalmente , e’ possibile andare all’Auditorium ad ascoltare un concerto di musica classica mentre nella sala accanto c’e’ un concerto rock o una lezione di storia.
Anche per la Festa, ognuno può scegliere il piano su cui viverlo:l’evento mondano, con il Red Carpet e le star americane da aspettare per una foto; le rassegne su autori ed attori del passato, che permettono, soprattutto ai giovani, di vedere su un grande schermo capolavori altrimenti introvabili;
i film in concorso e le Premiere, che consentono di vedere nuovi film ma con registi ed attori presenti in sala, disponibili per domande ed approfondimenti.
Avendo vissuto in prima persona quasi tutte le serate, posso dire che la realta’ trasmessa dai giornali non e’ veritiera, o , per essere indulgente, non e’ completa. Vengono mostrate solamente le folle in attesa di una foto, dando l’idea di un pubblico alla sola ricerca della mondanità. Avrei voluto che si parlasse di una sala quasi completamente piena per il film cinese e di tutte le domande interessanti che sono emerse alla fine della proiezione, dei giornalisti che moderavano la discussione con grande professionalità, di momenti impedibili come quelli in cui Battiato prendeva in giro Enrico Grezzi.
Oltre ai film, questa e’ stata la mia festa. Volevo l’autografo del giornalista che introduceva le proiezioni in Sala Sinopoli., e che poi ho scoperto essere il Direttore artistico del Festival, Giorgio Gosetti (ma mi sono vergognata di siturbarlo mentre faceva delle foto, credo con dei suoi familiari!). Ho quasi litigato con una spettatrice seduta al mio fianco, che si lamentava perche’ le proiezioni con le delegazioni presenti in sala non venivano programmate nelle prime ore della mattina per coloro che venivano da Milano (le prime proiezioni erano alle 0930, forse le voleva all’alba!)! Ho scambiato opinioni sui film con la ragazza che alla fine di “L’uomo privato” si e’ alzata sbuffando: “Che boiata!”. Ho incontrato quasi sempre le stesse persone nei posti vicino al mio, eravamo ormai una famiglia che si ritrova ogni sera, compreso un tizio con un naso rifatto che sembrava di plastica.Ho applaudito insieme agli altri del pubblico ogni volta che e’comparsa la sigla in cui si diceva che la Festa del Cinema era solidale con il popolo birmano.
Ho camminato dietro Marzullo sul Red Carpet, ho visto rubare le piantine di azalee dalla scultura floreale che rappresentava una pellicola cinematografica all’ingresso dell’Auditorium. Ho scritto le recensioni che vi ho mandato giornalmente, e gia’ solo per quest’ultimo risultato, il bilancio della Festa non puo’ che essere positivo. La Festa mi ha arricchito e spronato a scrivere, niente male!

Un grazie di cuore a Claudio che mi ha “costretto” a prendere il pacchetto 6x36 il secondo giorno di vendita dei biglietti,altrimenti non ne avremmo trovati di disponibili piu’ tardi, e che e’ stato mio compagno di viaggio per tutta la Festa.
Dalla vostra inviata alla Festa del Cinema di Roma

Roma – 27 Ottobre 2007
Purtroppo tutte le cose belle finiscono,ed anche la mia settimana da critica cinematografica autoproclamatsi tale giunge al termine. Sabato sera ho assistito a due proiezioni, “L’abbuffata”, film italiano di Mimmo Calopresti, e “Juno”, il film americano che ha vinto il premio Marco Aurelio come miglior film.

La serata e’ stata davvero gradevole, perche’ ho assistito alla proiezione di due belle commedie, che mi hanno fatto ridere e sorridere.

Il film di Calopresti e’ stata davvero una sorpresa. Non scordero’ mai il commento disgustato di una collega che avevo convinto a venire con me a vedere il suo precedente lavoro, “La felicita’ non costa niente”. La rivedo ancora ripetere per strada, rivolta ipoteticamente al regista, piu’ o meno queste parole:” Per te la felicita’ non costera’ niente, a me costa anche il biglietto che ho pagato per il tuo film e che rimpiango!!”.
Il film e’ fresco, vivace, molto ironico e autoironico se il regista, che e’ anche uno degli attori, fa dire ad uno dei personaggi:”Il cinema di oggi non va perche’ c’e’ confusione, e’ un cinema in cui gli attori vogliono fare i registi, i registi gli attori, i costumisti i produttori e gli sceneggiatori i truccatori!!”
Le tematiche potrebbero sembrare un po’ scontate, perche’ e’ la storia di tre ragazzi di Diamante, che vorrebbero realizzare un film, si affidano ad un maestro come Abatantuono, regista in crisi rifugiatosi in Calabria da qualche anno, vanno a Roma a cercare un po’ ingenuamente il loro attore protagonista, e lo trovano fortuitamente in Depardieu. Ma il clima che si respira e’ quello di personaggi che vivono la loro inquietudine, i loro sogni, i loro problemi con quel tocco di ironia che permette loro di non prendersi troppo sul serio (e quando lo fanno solo oltremodo ridicoli), rendendo il film davvero gradevole.
Magnifica la grande scena corale dell’abbuffata, con gli stereotipi, mai tanto reali, delle mamme e nonne del sud che pensano in qualunque momento, bello a brutto, a far mangiare i loro congiunti e chiunque sia presente, superando allegramente il confine del ridicolo e quello di un sano e normale apporto calorico!! Un film da assaporare, che lascia il sorriso sulle labbra.

La definizione data dal programma della Festa diceva di “Juno” :commedia irriverente!
Non poteva esservi definzione piu’ calzante. E’ davvero difficile per me assistere ad un film e trovarmi a ridere di cuore insieme agli altri spettatori della sala, quelle sane risate di gusto, generate in questo caso, da dialoghi intelligenti, ironici, spiazzanti.
C’e’ un grande ritmo nel film, e scene in cui ti viene voglia di applaudire a scena aperta agli insulti che il personaggio di turno riversa, a ragione, sulla vittima di turno, una sorta di terapia collettiva di sfogo della rabbia!
Tutti i modelli americani sulla famiglia, il rapporto di coppia, l’amore nelle sue piu’ svariate declinazioni, sono analizzati con un’umorismo mai banale, ed il film riesce a regalare anche momenti di tenerezza e sorpresa, e perche’ no, a suscitare alcune riflessioni sulla societa’ odierna, sui giovani che fanno gli adulti, gli adulti che rimangono bambini, le famiglie ormai localizzate secondo una geografia creativa. Consiglio vivamente a tutti di vedere questo film, con qualche riserva per i papa’ di ragazze sedicenni!!
Dalla vostra inviata alla Festa del Cinema
Roma, 25 Ottobre
Quarto appuntamento con la Festa del Cinema, per un film americano, con regista irlandese, e cioe' il Terry George che noi conosciamo per "Hotel Rwanda" e la sceneggiatura di Nel nome del Padre.Il film e' molto drammatico, l'evento che da' inzio al film e' la morte di un bambino, investito da un pirata della strada che non si ferma dopo averlo ucciso.La storia e' poi tutta imperniata sulle due figure maschili del padre del bambino morto ed il pirata, che per una causalita' tutta americana, diventa il suo avvocato, oltre ad essere l'ex-marito dell'insegnante di musica del figlio morto (ad un certo punto pensavo che alla fine avrebbero scoperto di essere fratelli separati alla nascita!).Il regista e' riuscito a creare una certa suspence,il film non e' noioso, ha un certo ritmo, e la cosa interessante e' vedere le due facce di una stessarealta',la rabbia e la violenza che crescono nel padre in cerca di una giustizia fai da te, e il rimorso e la paura che attanagliano il pirata, facendolo altalenare tra il tenativo di costituirsi e il creare un castellodi bugie dietro cui difendersi.Terry George,rispondendo alla domanda sul perche' avesse scelto gli Stati Uniti come luogo di ambientazione, ha dato una chiave di letturainteressante, ponendo il padre del bambino come simbolo dell'America ferita dopo l'11 settembre, che ragisce con violenza alle ferite facendo guerra atutti quelli che, in qualche modo,individua come nemici.Posso dire che e' un film senza infamia e senza lode, con bravi attori, ben girato, ma non mi ha entusiasmato, e, dovendo fare una scelta al cinema, sipuo' anche perdere.
Stasera la vostra inviata osserva un giorno di riposo, ma tornero' lunedi' con le recensioni degli altri due film della mia Festa in programma per sabato.

Un saluto dalla vostra inviata Elena
Dalla vostra inviata alla Festa del Cinema
Roma, 24 Ottobre
Terza giornata della mia personale Festa del Cinema, con un doppio appuntamento: il film cinese "Li Chun (And the spring comes)" e il film italiano “L'uomo private”.
Ero un po' spaventata, abituata come sono ai film doppiati, perche' il film era in lingua originale (cinese!!ndr), con sottotitoli in inglese e initaliano. Invece devo dire che l'ostacolo sottotitoli e' stato tranquillamente superato, ed ho potuto "gustare" questo meraviglioso film.
Il tema e' quello dei sogni, del tentativo di realizzarli e il racconto porta con se la riflessione su quando e se si debba smettere di inseguirli, se continuare a inseguirli ad ogni costo, e soprattutto I diversi modi in cui reagiscono le persone costrette ad ammettere il proprio fallimento, sia esso privato che professionale. Una sorta di ricerca della felicita', ma con toni ed esiti nettamente superiori della recente versione americana. Splendidi gli attori, bella lastoria,interessante il racconto,attraverso le vite dei protagonosti,della realta' cinese degli anni 80. Avevo quasi paura di scriverne, perche' sentivo la difficolta' di esprimere tutte le emozioni che la visione di questo film ha suscistato in me, e perche' anche le riflessioni a cui ho accennato sono un esito finale e personale dello spettatore attraverso le vite messe in scena, mai un manifesto dogmatico proposto dal regista, quindi il film va visto di persona.
Insomma, se non lo aveste ancora capito (e in questo caso dovrei davvero ridimensionare la stima che ho di voi che leggete), mi e' piaciuto tantissimo!!!!
Ultima nota (!),le arie di Puccini,che hanno dato al quadro quella pennellata che lo rende un capolavoro.
Dopo la visione del film cinese, travolta com'ero dalla sua belleza, ho pensato che forse l'atmosfera della Festa mi aveva contagiato a tal punto che avrei trovato bello qualunque film avessi visto.
Non c'e' voluto molto a ricredermi, sono bastati I primi 20 minuti del film di Emidio Greco,"L'uomo privato", per capire che mi trovavo davanti al primofilm della festa da stroncare.
Ho letto che il regista ha polemizzato sul fatto che il cinema italiano viene portato su e giu' nella scala degli apprezzamenti. Mi dispiace dirlo, ma se si dovesse giudicare il cinema italiano dal suo film, avremmo tutti i motivi per essere esterofili.Avete presente quel labile confine tra una oggetto di classe o di lusso, ed una ostentazione dello stesso, che proprio per il suo essere ostentato diviene ridicolamente kitsch? Il confine tra la scuola e il manierismo? Emidio Greco l'ha oltrepassato. Il suo tenativo di fare un film austero, raccontando il mondo ovattato di persone di elevata classe sociale,nellaTorino "bene",ed il trauma (occhio fisso, sguardo identico dall'inizio alla fine del film...si sara' accorto del trauma?) di un professore,in seguito ad un omicidio in cui si trova coinvolto suo malgardo, fallisce miseramente.
Non c'e' niente da salvare, dopo 20 minuti mi guardavo intorno, alla mezz'ora pregavo dentro di me perche' quella tortura finisse!! E dire che non mi spaventa nulla al cinema, ho visto i film piu' disparati,normalmente etichettati come "mattoni"!!Alla fine della proiezione, senza aver capito la tematica del film, se non forse la conferma della vacuita' della vita di chi possiede troppo denaro,ifischi hanno accompagnato l'uscita dei protagonisti e del regista presenti in sala, che contrariamente a quanto successo nelle proiezioni precedenti, erano saliti sul palco a raccogliere applausi e domande.
Ho letto anche commenti di giornalisti, preoccupati che i delicati ed intimisti film italiani potessero non reggere il confronto con i roboanti film provenienti dall'estero. Secondo me il punto e' un altro: io amo i film intimisti, ma penso che non e' sottraendosi al confronto che si possa renderli piu' belli o interessanti (nel caso in cui meritinoveramente!), e che non si possa sfruttare la chiave dell'intimismo per promuovere spazzatura. Sono due cose diverse, e, come nella vita, chi sceglie di fare un film intimista, deve sapere che il suo film non radunera' folle oceaniche, con tanto di gadgets in vendita. E' la classica questione: la quantita' o la qualita'?? Propongo una sana ricerca dell'equilibrio.
Oggi mi sono un po' dilungata, vi ringrazio se avete avuto il tempo e la pazienzda di leggere fin qui.
Un saluto dalla vostra inviata Elena
Dalla vostra inviata alla Festa del Cinema
Roma, 23 Ottobre
La seconda serata della mia personalissima festa del cinema e' stata altrettanto interessante della prima, di cui vi ho raccontato in precedenza.Sono andata all'Auditorium convinta di dover vedere un film cinese, e invece quello di ieri sera era tedesco, mentre il cinese lo vedo stasera!!
Il film che ho visto s'intitola Liebesleben (titolo in inglese Love Life), della regista tedesca Maria Schrader.Il luogo in cui si svolge il film e' la citta di Gerusalemme, splendido scenario in questo caso, della storia di Ya'ra, la protagonista, alla ricerca di un titolo della sua tesi di dottorato ma anche del sensodella sua vita. Il film e' girato benissimo.
La scelta delle inquadrature, le tecniche di ripresa, gli attori splendidi,dei primi piani che parlano anche nel silenzio, i piccoli particolari come le scarpe dellaprotagonista:tutto contribuisce a creare un film che riesce ad appassionare pur lasciando allo spettatore la giusta distanza per godere del film come prodotto.Insomma, nonostante i sentimenti in gioco non ho pianto (e chi mi conosce sa che basta poco), ma non ho spostato lo sguardo dallo schermo neanche per unsecondo, e mentre guardavo il film avevo la consapevolezza del fatto che stavo guardando qualcosa di bello.
Il tema centrale, molto interessante,e' quello delle scelte, che non sono un atto singolo della persona che le compie, ma che alla fine coinvolgono quelli che ci circondano, loro malgrado, siano essi presenti nelmomento della scelta, o entrino successivamente nello svolgimento della vita di chi sceglie.Il diverso modo di affrontare o non affrontare le conseguenze delle scelte.
La verita' che alla fine viene a galla, e che, pur nel dolore che porta con se', e' l'unica cosa che aiuti a prendere consapevolezza di se e definitivamente in mano le redini della propria vita.
Il prossimo resoconto a domani, con ben due film!!
Un saluto dalla vostra inviata Elena
Dalla vostra inviata alla Festa del Cinema
Roma - 22 Ottobre 2007
Ieri sera e'cominciata per me la Festa del Cinema, nel senso che ho assistito alla prima proiezione.Sono arrivata in anticipo rispetto all'orario della proiezione, e sono rimasta colpita dalla tranquillita' del luogo. E' vero che nel momento in cui sono arrivata non c'erano star sul tappeto rosso, ma in ogni caso ho visto un clima diverso da quello solito e stereotipato che ci raccontano i giornali.L'atmosfera e' davvero quella della Festa per gli spettatori, che girano in attesa della proiezioni tra stand in cui ti fanno i capelli a punti ristoro in cui danno gratis la Coca Light!! Il famoso Red Carpet era vuoto, ma per me era comunque bello essere li, sentirmi parte di una citta' in festa per il cinema. La proiezioni a cui ho assistito faceva parte della sezione Extra, con successivo colloquio con il regista. In questo caso il regista era Franco Battiato, ed il film si intitolava " Niente e' come sembra". Un film che e stato definito, nella discussione succesiva, un film Metafilmico....Devo dire che a me e' piaciuto, sicuramente sarebbe piaciuto a Don Paolo, visto che e' il racconto di unaconfronto tra credenti e non credenti su un piano filosofico, metafisico..... Non c'e' molta trama, c'e' un piano onirico, alcune scene sono girate con la telecama fissata all'attore, dando quel senso distraneita' che potete immaginare. Belissima la scelta delle musiche. Enrico Ghezzi, presente alla discussione, e' davvero un essere metafisico, mentre Battiato ha rivelato una grande ironia e verve comica. In sala anche gli attori, tutti bravissimi, Lucio Dalla, e tanti appassionati del musicista Battiato, come me.
Prima della proiezione del film, abbiamo visto un cortometraggio di Jodorowski, uno degli attori preferiti di Battiato. Un piccolo gioiello di teatro dell'assurdo, con una profonda riflessione dietro, anche se senza dialoghi e una musichetta da luna park d'epoca in sottofondo.
Ho fatto molte foto che potranno poi documentare visivamente quanto ditto circa il clima della Festa.
Il prossimo resoconto a domani.

Un saluto dalla vostra inviata, Elena

venerdì 26 ottobre 2007

Benvenuto nel club!!

Nasce oggi sul web questo Blog del Club La Nicchia, di cui sono socia fondatrice insieme alla mia amica Maria Pia. Cos'e il club La Nicchia? Semplicemente una definizione che anni fa abbiamo attribuito alle nostre conoscenze in campo musicale.,no, non pensate a qualcosa di snob e sofisticato, e' che a volte ricordiamo e appreziamo cose di cui quasi nessuno sembra essere a conoscenza:piu' nicchia di cosi'!! La cosa si e' poi estesa ai nostri viaggi, alle nostre esperienze insieme, e allora, perche' no, anche ad un blog!! Un modo per condividere le nostre passioni!
A presto Elena