La Nicchia della Poesia (letta, piaciuta, condivisa!!)

Lascio a te queste impronte sulla terra
tenere dolci, che si possa dire:
qui è passata una gemma o una temoesta,
una donna che avida di dire
disse cose notturne e delicate,
una donna che non fu mau amata.
Qui passò forse una furiosa bestia
avida sete che dette tempesta
alla terra, a ogni clima, al firmamento,
ma qui passò soltanto il mio tormento
(Alda Merini)

mercoledì 30 dicembre 2009

Accecata da travolgente passione!

Il titolo non vi spaventi...non sono in vena di confidenze particolari! La passione che mi ha accecato e' quella che nutro per Robert Downey Jr, l'attore in questi giorni protagonista del film Sherlock Holmes.
Lo confesso, sono andata a vedere il film e...lo confesso, l'ho fatto solo perche' c'e' lui! Beh, io non so se esista donna che non si sia innamorata del Larry che lui interpretava nella serie Ally McBeal, non posso credere che si riesca a rimanere indifferenti al suo sguardo, a quegli occhi marroni in quella testolina che si muove in modo tutto speciale, alle espressioni infinite del suo volto,  quel suo essere compatto (non e' molto alto)...insomma, avete capito, con lui davanti non ragiono e questa mia passione mi ha portato a vedere un film che sicuramente non avrei mai visto, almeno al cinema.
Che dire del film ? Non sono esperta del genere, quindi non posso fare confronti, ma certamente e' un film con molto ritmo, che scorre, anzi, corre, salta, lotta, volteggia, con la spettacolarita' che richiede il pubblico dei nostri giorni. Diciamo che a parte l'ispirazione letteraria, sul detective e il suo rapporto con Watson, la storia dell'intrigo da risolvere e' un po' deboluccia, un po' scontata, un po' tanto accattivante e tagliata su misura per questi nostri tempi e questo nostro pubblico che ama sentir parlare di sette, riti, leggende e  poteri occulti. Mi e' piaciuto molto il gioco dei ruoli tra i due protagonisti, il racconto di questa amicizia un po' speciale, dei sentimenti anche fin troppo rivelati, tra i due, visto che parliamo di inglesi, e del pudore con cui li manifestano. Infatti, anche se presenti, le storie d'amore dei due rimangono comunque un piano piu' indietro rispetto al loro rapporto di lavoro e d'amicizia. Un po' di noia nella fase finale, con improbabili esiti su un ponte di Londra in costruzione e tanta evidente finzione e forzatura.
Tutto sommato due ore gradevoli, sicuramente un titolo che spicca tra quelli commerciali proposti per questo Natale.
Per me svetta e rimane a livelli inavvicinabili l'interpretazione del  mitico Robert Downey jr, di cui ho potuto ammirare ed ascoltare anche la calda e profonda voce nella versione originale. Passione allo stato puro.
Elena

domenica 20 dicembre 2009

Lourdes e Dieci inverni

Due film diversissimi, gli ultimi che ho visto, ma entrambi bellissimi.
Con ordine.
Lourdes e' un film di cui avevo tanto sentito parlare durante l'ultima mostra di Venezia, la critica molto positiva, ma nessun riscontro nei premi.
L'occasione dell'anteprima offerta dal Tertio Millennio festival era ghiotta, e ne ho approfittato, portando con me anche la mia mamma, pur essendo dubbiosa su come il film trattasse la materia religiosa, e avendo paura che potesse ferire la sensisbilita' di mia madre.Invece il film e' talmente ben fatto ed equilibrato, raffinato, delicato nel trattare i temi, che, come amo ripetere, e' un film davvero per tutti, credenti e non credenti. Dal punto di vista estetico e' davvero bello, con una scelta tutta curata e studiata delle inquadrature, dei tagli, delle visioni sempre incorniciate, sia materialmente che simbolicamente, dal luogo, dalle persone piu' o meno messe a fuoco, in primo o secondo piano.
Una costruzione sapiente, una splendida fotografia, una sapienza notevole nel realizzare il film sotto tutti i profili. E...un bicchiere di vino con un panino (non vi dico altro, capirete solo una olta visto il film).
Dieci inverni e' fresco di visione, ieri sera. Che dire: bello, bello, bello!
Bella la storia, come e' raccontata, la delicatezza, i sentimenti dei protagonisti che diventano quasi tangibili, o almeno, in alcune scene mi sembrava di vivere personalmente le loro sensazioni. Una Venezia raccontata e fotografata in maniera particolare, con degli scorci, non i soliti, non ususuali, da urlo, da farti venire voglia di prendere il primo treno e raggiungerla. I due protagonisti, Isabella Ragonese e Michele Riondino,eccezionali, straordinari, a rendere sul volto il gioco di questo amore, delle bugie, delleverita', delle paure, di tutto il mondo interiore dei personaggi che incarnavano.
Insomma, si e' capito che mi e' piaciuto tantissimo o no? Poi la chicca, da nicchia pura, dell'apparizione di un Capossela d'annata, con due sue bellissime e struggenti canzoni, scelta che non poteva essere migliore per incarnare lo spirito e la storia raccontata nel film.
Non vi resta che andare al cinema! Notte Elena

giovedì 3 dicembre 2009

Women without men

Donne senza uomini, ovvero come le recensioni possano essere fuorvianti. Dopo la vittoria del Leone d'argento all'ultimo festival di Venezia avevo letto di questo film come un film pacifista, che in tandem con il Leone d'oro, cioe' Lebanon, portava avanti questo messaggio. Non voglio dire che non lo sia, ma non e' la tematica principale, e' come non averlo messo a fuoco. Il film e' innanzitutto un film surreale, che spesso lascia i sentieri della narrazione in senso stretto, e attraversa "boschi narrativi", tanto per fare una citazione dotta, dove le immagini sono cariche di significati che potremmo dire metafisici, scene, scenari, immagini che ci mandano in un altrove che altri non e' che l'interiorita' delle donne protagoniste, le quali hanno intrapreso, con esiti diversi,un cammino di liberazione interiore, un proprio personale "processo di pace", ma la pace dell'anima che trova (o almeno cerca) il proprio spazio nel mondo, nella vita del corpo che sta abitando.
Come vedete, anche da quanto scrivo, e' un film che ti costringe a volare alto, a pensare in termini che vanno oltre la pura realta' storica, seppure interessante, anche se non pienamente comprensibile ad uno spettatore che come me, non ha una conoscenza approfondita degli accadimenti di quel paese e di quel tempo.
Grande fotografia, una qualita' delle immagini eccezionale, un filtro verde a dare al film quel senso di morte che il colore verde al cinema ha assunto da Hitchcock in poi.

martedì 1 dicembre 2009

Superlavoro da Festival

Al mio racconto della serata di giovedi', in cui ho visto il film "Ultima fermata 174" nell'ambito del Brasile Cine Fest, mi e' stato detto che io partecipo a festival di paesi che neanche sanno di aver prodotto un festival! Non e' cosi', ovviamente, e' che sono molto curiosa e sono sicura che non avro' altre occasioni, se non nell'ambito di un festival dedicato, di vedere del cinema brasiliano, perche' difficilmente trova distribuzione nelle nostre sale. Percio', brasiliano, cinese, italiano, iraniano,danese, turco,africano, israeliano o palestinese,ben venga il cinema ben fatto, interessante, diverso. Il film in questione era davvero bello, girato benissimo, meritevole, come e' stato, di concorrere all'Oscar come film straniero insieme al nostro Gomorra. Anche perche', come molti interventi in sala hanno ricordato, come Gomorra, racconta quella parte di societa' che forse non ci piace vedere, ma che esiste, e che purtroppo si introduce violentemente nelle nostre giornate, nelle nostre vite, se siamo fortunati solo attraverso un film o delle cronache giornalistiche, se lo siamo meno perche' nati ad una certa latitudine ed in certe condizioni, nelle nostre vite, in quelle dei bambini, in un mondo in cui il futuro non esiste, ed il presente e' orribile. Duro, senza pieta' e pietismi, il film e' una foto di una realta', che non e' la sola, chiaro, ma che per quanto si voglia dire che c'e' altro, non puo' essere ignorata, perche' drammaticamente vera. Una realta' democratica, perche' la ritroviamo, con i dovuti distinguo, da noi in Italia, nella Bucarest raccontata dal film Parada', ma anche e purtroppo nella Bucarest reale, e  un po' dovunque  nel mondo, dove regna la disperazione,e si nasce e si sopravvive senza guida, senza amore, senza cibo, soldi, lavoro, futuro, prospettive.
Domenica sera e' stata la volta di Estomago, una coproduzione italo-brasiliana. Un film ironico, divertente a tratti, grottesco nel finale, con un protagonista che vive due storie parallele, di cui si ricostruira' il filo solo alla fine, ma comunque una illustrazione di come la scelta della propria filosofia di vita porti poi a delle conseguenze, alle condizioni che ci troviamo a vivere. Dunque siamo artefici del nostro destino??Vittime o Carnefici? Uomini o caporali? Tra una frittura e l'altra, un sassicaia d'annata, sesso e cibo, Raimundo Nonanto sceglie da quale parte della barricata stare,perche' in fondo la societa' che ritrova all'interno della prigione non e' poi cosi' diversa da quella che c'e' fuori. La differenza la fara' lui, perche' ha imparato la sua personalissima lezione. Unica notazione negativa: l'ho trovato un po' lento in alcuni punti.
Il superlavoro da Festival prosegue perche' questa sera ho assistito alla proiezione del film Women without men, nell'ambito del Tertio Millennio Film Festival, ma e' un film che va lasciato risposare, pertanto vi rimando al prossimo post. Sogni festivalieri Elenusia

mercoledì 25 novembre 2009

W il Jazz! Fresu&Craine, Ammaniti e Almodovar!

L'emozione vissuta ieri sera e' ancora viva e pertanto non posso che cominciare raccontandovi del bellissimo concerto a cui ho assistito ieri sera. Sto parlando del concerto di Paolo Fresu e Uri Craine, secondo appuntamento per me del Roma Jazz Festival, sempre nel mitico Parco della Musica. Una qualita' di altissimo livello, dei musicisti superbi, e la musica...al brano "Si dolce e' il tormento" di Monteverdi ero un fiume di lacrime dall'emozione!!! Che meraviglia, che musica, che esecuzione, che atmosfera! 10 su tutta la linea.
Finito il concerto io ed Ezio ci siamo letteralmente precipitati nel bookshop dell'Auditorium per acquistare i Cd, perche' non riuscivamo a pensare di poter concludere la serata senza riascoltare alcuni dei brani.
Appuntamento a lunedi' prossimo con Richard Galliano.
Passando ai libri, sono reduce dalla lettura dell'ultimo libro di Ammaniti (lo compro a scatola chiusa, mi piace troppo come scrive!). E' stato presentato come un libro meno cupo, diverso rispetto ai precedenti e lo e'.Non perche' manchino anche qui violenza e disastri vari, ma la chiave di lettura di tutto, dalla setta satanica alle morti violente, dalla caccia alla tigre ai rapimenti, e' l'ironia. Tutto e' scritto, avvolto, illuminato da un'ironia invadente, talvolta scontata, ma sempre efficace. Forse, ma e' anche ovvio, manca il pathos e il coinvolgimento rispetto alla storia, chiaramente legato al taglio narrativo scelto.
Scrittura e lettura lisce come l'olio.
Parlando di cinema, due gli ultimi film visti:Good morning, Aman e Gli abbracci spezzati.
Il primo film, italiano, opera prima di Claudio Noce, e' completamente diverso da quello che le critiche mi avevano fatto immaginare, sia come storia che come realizzazione. Non e' un film sull'integrazione, ma piuttosto un film sulla solitudine, e sull'incontro di solitudini. Il film e' girato in modo particolare, in quel tentativo dei nuovi registi di essere "contemporanei" attraverso le tecniche di ripresa e montaggio, a volte in maniera eccessiva, troppo caricata, diciamo un po' impressionisti nel toccare piu' temi e spunti, personaggi. In questo caso anche le storie sono portate al limite, estremizzate, con un effetto di fatica per lo spettatore.
Per Gli abbracci spezzati, e' raro che un film di Almodovar non mi piaccia, soprattutto da un punto di visita puramente estetico, prettamente cinematografico. Il suo modo di girare, le sue immagini, le sue scelte sono davvero belle, e anche questo film lo ha confermato, I pomodori e come vengono inquadrati sono da manuale!Quella che mi e' piaciuta di meno e' la storia, l'ho trovata un po' debole, ad un certo punto e' come se l'avsse buttata un po' li', tanto per raccordare il tutto e farla finita col film …ad esempio, avrei trovato grandioso se avesse fatto finire il film alla scena in cui la Cruz, nel film che il protagonista sta montanto, apre la porta e …fine…l'appendice finale e' un po' superflua, didascalica, cosi' come altre cose all'interno.
Insomma, ha costruito un'attesa, una suspense sulla storia e la sua evoluzione, che poi non ha portato a termine, almeno secondo me. Giudizio sintetico: Al di sotto delle aspettative e delle capacita' del regista.
Dopo questo pot pourri, vi lascio perche' corro alle prove del mio coro!Elenusia

mercoledì 11 novembre 2009

Settimana di ferie

Ho trascorso una splendida settimana di ferie, incluso il giorno dle mio compleanno, lo scorso 6 Novembre.
Dove, vi chiederete? All'universita'. Ho fatto la studentessa a tempo pieno saltando di lezione in lezione e di ricevimento docenti in ricevimento. E' stato davvero bello trascorrere delle ore ad ascoltare la lezione su Pirandello, o sui rapporti tra gli stati europei dopo la seconda guerra mondiale, o sulle strategie da adottare per lanciare un prodotto...Le serate non sono state da meno, ho visto l'anteprima di Popieluzsko, il film Alza la testa alla presenza del cast e del regista, un bellissimo film marocchino, Le grand voyage, che ha inaugurato il MedFilm festival (e sapete che dei film vi daro' conto in recensioni piu' articolate) ma l'evento che piu' mi ha arricchito e' stato il meraviglioso concerto a cui ho assistito domenica sera, concerto inaugurale del Roma Jazz festival. Sto parlando di Stefano Bollani, questa volta in trio con il contabbassista Jesper Bodilsen e il batterista Morten Lund. E' stato piu' di un concerto, posso davvero dire che e' stata un'esperienza di vita. Non ho solo ascoltato, ma volato con la mente. Io ed Ezio, durante il primo brano, abbiamo istintivamente chiuso gli occhi, ma devo dire che per il resto del concerto non e' stato neanche necessario. Mi sono talmente immersa nella musica, e nei suoi percorsi, che pur avendo gli occhi aperti non ero presente in sala, se non con la mia parte corporea. Merito dell'elevatissima qualita' dei musicisti , dei percorsi suggeriti dalle note, dalla simpatia di Bollani, insomma tutto rendeva palese il fatto che non stavamo solo assistendo ad un concerto, c'era una palpabile partecipazione emotiva del pubblico,quasi un musicista in piu', e l'effetto e' stato straordinario. Le lacrime, di pura gioia ed emozione, hanno bagnato le mie guance per quasi tutta la durata del concerto.Che meraviglia!! Quando si dice che la musica parla al cuore....

martedì 3 novembre 2009

Recupero film

Passata piacevolmente la festa del cinema (ops, ora si chiama Festival ma non mi entra in testa), faccio un recupero sul blog di film gia' visti, di cui vi avevo accennato. Non potrebbero essere piu' diversi e lontani l'uno dall'altro, ma il cinema e' bello anche per questo, no?
Iniziamo con La doppia ora. Devo ammetterlo, la scelta di vederlo, a parte la curiosita' legata a qualche recensione, e' stata dettata soprattutto dal fatto che l'attore protagonista e' il tanto amato e ammirato ( da me, ma non solo!) Filippo Timi. Ebbene si, devo confessarlo, andrei a vedere anche Transformers se ci fosse lui dietro la maschera! E' anche vero che finora non ha deluso mai, ne' come recitazione, ne' come qualita' dei film in cui ha recitato...per il resto, non era neanche sotto giudizio...lo trovo fantastico nel suo essere uomo perfettibile...
Detto questo, passiamo al film. Fatto molto bene, con grande qualita', riesce a tenere la suspense ma soprattutto a rendere lo spettatore attivo nel film. Lo spettatore viene ingannato piu' volte, cosi' come accade al protagonista, e questo rende la cosa davvero intrigante. Non posso dirvi di piu' sulla trama, ma vi lascio, spero, la curiosita' di andare a vedere una bella opera prima.
Basta che funzioni: eccome se funziona! Sono uscita dal cinema con le guance che mi dolevano per il sorriso stampato sulla mia faccia lungo tutto il film. Brioso, ironico con punte godibilissime di cinismo, questo nuovo film di Allen mette al muro e smonta uno per uno tutti gli stereotitpi,  ma anche tutti i prodotti della societa' piu' tipicamente americana. Un bagno di ironia, di cultura, di teatro, un testo con dei tempi perfetti, insomma, 10 e lode!!
Inglorious Basterds. Visto in lingua originale. Va necessariamente visto in lingua originale, per godersi uno straordinario Brad Pitt, ma soprattutto tutte le sfumature delle lingue che vengono parlate nel film, francese, tedesco, italiano, americano, e le relative parodie quando a parlarle non e' un madre lingua. Potremmo dire che a parte la storia, e una buona dose di violenza esibita (ma e' Tarantino, non ci sorprende!), il gioco delle lingue e' una chiave importantissima per godersi il film.Ritmo, grande musica, attori sempre al massimo delle loro possibilita', citazioni di film che ovviamente aggiungono gusto soprattutto ai critici e cinefili, e' un film da vedere, ma non se siete deboli di stomaco.
Buona giornata!! Elena

venerdì 23 ottobre 2009

Dalla vostra inviata alla festa del cinema - L'uomo che verra'

Non ci sono altre parole se non: Capolavoro. Potrei non aggiungere altro per definire il film di Giorgio Diritti, L’Uomo che verra’, ma mi priverei del gusto di poter scrivere tutto il bene possibile di un film. Da dove comincio? Sceneggiatura, regia, scelte musicali, fotografia, inquadrature, tempi narrativi, scelta del dialetto come lingua parlata dai personaggi, attori, volti, colori, messaggio, citazioni, equilibrio nei toni, senza scadere mai nell’ovvio, nel pietismo, ma con una eleganza, uno stile, una grandezza che sono proprie dei grandi maestri e dei capolavori.


L’allievo di Olmi supera il suo maestro. Nelle scene della natura, della famiglia riunita ad intrecciare ceste di vimini sembrava di rivedere le atmosfere de L’albero degli zoccoli. Bellissima la scelta di narrare la vicenda storica attraverso gli occhi di una bimba chiusa in un mutismo di dolore, di narrare non solo l’episodio di crudelta’della guerra, ma la vita della gente povera di quegli anni, di una comunita’, dei suoi riti, del legame alla terra e della fatica che si fa su di essa, dei sogni su un futuro migliore pensando all’emigrazione, della vita vera, dura, dei sentimenti profondi, silenziosi, che percorrono ogni scena. La scelta di cori, uno di voci bianche e uno di adulti, a sottolineare e rendere in maniera superba la drammaticita’ di alcuni momenti, e su tutti l’uomo, rappresentato nelle donne, nei bambini, nei tedeschi, nei partigiani, nei preti, nel bene, nel male, in attesa di quell’uomo che verra’, che sara’ diverso, migliore, e che purtroppo stiamo ancora aspettando.

Da vedere, rivedere, consigliare, non perdere, insomma: 10 su tutta la linea!

Dalla vostra inviata alla festa del cinema - Oggi sposi

Scrivo per dovere di cronaca, visto che sono la vostra inviata.

Ho visto il film Oggi sposi, alla Festa del cinema, di Luca Lucini. Non posso dire che non mi sia piaciuto, nel senso che e’ una commedia, con bravi attori, fatto anche bene, ma come gia’ detto, non e’ il mio genere. Devo segnalare la bravura di Filippo Nigro, che rappresenta il suo imbranato personaggio in maniera splendida.Anche Luca Argentero e’ molto bravo a recitare in pugliese. Le situazioni e i personaggi sono un po’ caricaturali, c’e’ magari qualche cliche’ di troppo, ma si sorride e si rintraccia dell’ironia che non guasta, con alcune trovate/battute e scene molto divertenti, da risata piena. Come chiesto da un intervistatore ad una spettatrice attonita che forse ignorava il significato della parola, in un aggettivo: gradevole.

lunedì 19 ottobre 2009

Dalla vostra inviata alla festa del cinema - The Last station

A parte il recupero che faro' scrivendovi cio' che penso degli ultimi film visti (Basta che funzioni, La doppia ora, Bastardi senza gloria), ieri sera si e' aperta per me la Festa del Cinema, con il primo film che sono andata a vedere, e cioe' The Last Station di Michael Hoffmann. Era l'anteprima con tanto di cast, regista e produttori in sala, ma non c'era quell'emozione, quell'entusiasmo che avevo respirato due anni fa alla Festa del cinema.Non so se perche' il clou della giornata c'era gia' stato, e dopo aver visto Clooney e Gere la gente ha pensato bene di ritirarsi, ma attorno al red carpet c'erano si e no 30 persone e 5 fotografi, e comunque era in arrivo Helen Mirren, che non mi pare l'utlima sconosciuta. Un piacere vederla, grande eleganza nei movimenti. Anche la sala Sinopoli dove eravamo era abbastanza vuota, tanto che quesi tutti si sono spostati alla ricerca di un posto migliore. Passiamo al film. L'argomento, l'ultimo periodo di vita di Tolstoj, per una come me che legge un classico russo all'anno e ha inserito due esami di letteratura russa nel piano di studi per pura passione, era di grande interesse, e il film ha avuto il pregio di saperlo raccontare anche con toni leggeri, dando vita a momenti comici, che in genere non appartengono al dramma storico. La parte finale del film mi ha un po' offuscato la vista con le inevitabili lacrime legate all'epilogo drammatico, ma soprattutto alla sottolineatura sentimentale del rapporto tra Tolstoj e la moglie, un rapporto d'amore intenso, con intensi contrasti che bene sono raccontati nel film. La cosa piu' strana e' stato pero' assistere al racconto di questo grande della cultura russa con la visione che puo' averne un anglo-americano, perche' il film e' nel suo svolgimento, nei toni scelti, decisamente anglo-americano e poco russo (il che non esprime un giudizio ne' positivo ne' negativo).Insomma, sembra un Tolstoj del Devonshire!! Senza contare che sentire parlare Tolstoj e sua moglie in perfetto inglese rendeva la cosa davvero stravagante. Ieri sera all'uscita ero entusiasta del film, oggi in maniera piu' razionale dico che mi e' piaciuto molto, due ore di buon cinema, grandi interpreti, magnifico James McAvoy che e' balzato di colpo in testa alla mia personale classifica degli attori preferiti!
Prossimo film martedi' sera: Oggi sposi (si lo so, non e' da me, ma consideratelo un peccato veniale!!) Elena

lunedì 5 ottobre 2009

Baaria e Noi

Baaria.Il film e' bello, non noioso, anche se lungo si segue benissimo, ben girato, belle scene, bella musica, bravi gli attori, ma...

Non so, non mi ha coinvolto emotivamente, e non e' perche' sapevo molte cose del film, perche' mi informo prima di qualsiasi film vada a vedere.Il mancato coinvolgimento forse deriva dal fatto che i vari momenti della vita di questa famiglia vengono raccontati a pezzi, che pero' sembrano quasi episodi staccati, cosa evidenziata anche dal montaggio e dalla verie scelte di passaggio da un momento storico all'altro (flash di foto, volo,etc).A un certo punto c'era un figlio in piu' della coppia, che non mi ricordavo fosse mai nato!
Una cosa che non mi e' proprio piaciuta sono le scene corali...durante la guerra, o anche dopo...un po' manieristiche, un po' troppo finte, si vede che sono comparse che si muovono tutte insieme,un effetto straniamento che pero' non e' uno stile di Tornatore. Anche l'accento messo dai critici su alcuni episodi mi e' sembrato esagerato rispetto all'intensita' e alla durata dell'episodio stesso.
Comunque da vedere, per farsene un'idea personale.
Invece, dal punto di vista delle letture, finalmente, finiti gli esami di questa sessione di settembre (ne ho fatti 4, sono molto contenta!), ho ricominciato a leggere per diletto.L'altro, un saggio di Kapuzynsky, Montediddio di Erri De Luca, bellissimi, e poi il nuovo romanzo di Walter Veltroni, Noi.Sapete gia' che l'avrei comprato e letto a prescindere, ma devo dire che invece questo libro mi ha preso ed emozionato. La cosa piu' bella e' vedere non solo la storia del nostro paese raccontata attraverso le vicende di una famiglia, ma l'immaginario dell'autore, con i suoi punti di riferimenti, cinematografici, letterari, politici...insomma, un modo bello e intenso di conoscere un po' di piu' Walter e scoprire, una volta di piu', quanto ci piacciano le stesse identiche cose!! E ieri sera, alle ultime pagine, mi sono ritrovata con le lacrime agli occhi.
Oggi ho iniziato Venuto al mondo, il romanzo con cui la Mazzantini ha vinto il Campiello...vi faro' sapere. Baci Elena

domenica 20 settembre 2009

Ricominciamo

Caro spazio virtuale del mio blog, mi sei mancato!! Devo dire che alcune difficoltà tecniche della connessione che ho a casa hanno portato all'esaurirsi, negli scorsi mesi, dei miei post. Certo, non solo questo...mettiamo il fatto che lavorare dalle 9 alle 18 dal lunedì al venerdì,nel resto del tempo seguire le lezioni all'università, studiare il sabato e la domenica e nelle sere che restano libere dopo aver tolto gli impegni con il coro, il mio mitico dentista nonchè amico Ciro, le visite dalla dietolga che mi segue ormai da un anno e mezzo, il cinema, i concerti, le cene, e leggere, ascoltare musica, telefonare..etc etc impegna un pochino del mio tempo...(notato che non si parla di faccende domestiche?? Sono comunque una privilegiata fannullona, con nessuna inclinazione per la casalinga che non è in me!).
Ma è bastato un accenno di Rosanna ieri sera, ma non lo hai più aggionato? a far si che mi trovi ora a scrivere di nuovo.Niente riassunti puntate precedenti, sarebbe troppo lungo. Sono solamente contenta di dire che da febbraio ho fatto 6 esami all'universita', e ho preso 30 in tutti (veramente in tre dei sei ho preso anche la lode!). Modesta, vero? Ma è una cosa bella, per cui mi sono impegnata, e allora perchè nasconderlo? Poi come sempre tanto cinema, tanta musica, libri un po' meno perchè ci sono quelli dell'università, ma ho comunque letto belle cose.
Una cosa che non posso omettere è il viaggio che ho fatto a luglio in Polonia. Una bellissima esperienza, anche di dolore nelle visite ai campi di concentramento, di fede nei luoghi di Giovanni Paolo II, San Massimiliano Kolbe, Edith Stein, un viaggio intenso, spirituale, e un innamoramento per la città di Cracovia, ecco il bagaglio di questa esperienza. Un viaggio che definirei doveroso, perchè non vada perduta o sminuita la memoria di quanto è successo in quei luoghi, degli abissi e delle aberrazioni a cui l'essere umano può arrivare, o meglio, degenerare.
Come detto, ricominciamo, in sintonia con l'anno scolastico, appena iniziato. Vi aggiornerò sulle cose che mi piace fare, sperando che a voi piaccia leggerne i resoconti. Buonanotte Elena

lunedì 23 febbraio 2009

Katyn

Ieri sera ho visto il film Katyn, che un collega di Napoli mi hai segnalato circa un anno e mezzo fa. Da allora ho seguito con trepidante attesa la ricerca di distribuzione del film, e finalmente il suo arrivo in sala.
L'attesa e' stata ricompesanta. Oltre al grande valore storico, quello cioe' di portare finalmente alla ribalta un evento nascosto troppo a lungo, il film e' veramente mirabile da un punto di visita cinematografico, come previsto, essendo Wajda il regista.
Quel modo di fare film senza sensazionalismi, senza sofismi, senza grandi trovate o piccoli trucchi, ma con una linearita', una semplicita' ed eleganza che ti spiazzano. Drammatico senza scadere nel sentimentalismo, crudo senza forzature, intriso di quella religiosita' e fede sincera che fanno parte della storia del popolo polacco, sferzante nella denucia di un negazionismo ad opera degli stessi polacchi, o di quelli che una volta finita la guerra hanno deciso di vendere la verita' storica al regime imperante in quella porzione di Europa, quello sovietico.
Bravissimi gli attori, tutti allo stesso livello, senza la preminenza di un personaggio sull'altro, di cui si evince l'esperienza teatrale alle spalle.Bellissima Cracovia (che andro' a visitare questa estate durante le ferie, ndr), straordinario l'inserimento di filmati storici originali.
Alla fine del film ero con le lacrime agli occhi, ma non perche' mi sono commossa per i morti, per la strage. Erano lacrime di rabbia, di impotenza, di incapacita' di comprensione di come l'uomo possa arrivare a tanta barbarie.E purtroppo, con la consapevolezza alla spalle, che questo episodio e' solo uno dei tanti della storia dell'uomo di ieri e di oggi.
Grazie ad Antonello per avermelo segnalato a suo tempo, aspetto la prossima segnalazione di nicchia!!
Mi scuso per la latitanza ma sono stati due mesi di fuoco, di uscite, di esami all'universita'...vi raccontero' tutto un po' per volta. Elena

sabato 3 gennaio 2009

L'anno che verrà

Mi ha sempre fatto sorridere l'aspettativa riservata al nuovo anno, con gli auguri e le speranze di grandi novita', serenita', pace, realizzazione di desideri. Mi fa sorridere non per le attese in se', che sono legittime e soprattutto comuni a tutti, ma per il fatto che la speranza e l'attesa della loro realizzazione si concretizzi grazie al fatto che in un determinato giorno dell'anno, nel passare da quel giorno a quello successivo, sia stato stabilito per convenzione da qualcuno, tanto tempo fa, che non cambi solo la data, che non sia solo il giorno successivo, ma, numericamente, l'anno successivo. E cosi' grandi attese, bilanci, previsioni. Pensateci: e' come se un martedi' qualsiasi di Marzo vi svegliaste pensando che dal mercoledi', solo perche' e' quel mercoledi' preciso, la vostra vita cambiera' in meglio, realizzerete i vostri sogni... il tutto detto con simpatia da una che spera comunque, sempre, in meglio, e quindi, anche a Capodanno!
La fatidica serata di Capodanno, proprio per le aspettative che si ripongono in questo passaggio, e' da sempre tema di lunghi dibattiti in ambito familiare/amicale. La questione del secolo (e' proprio il caso di dirlo!), la domanda che serpeggia in tutti gli ambienti, in ogni ufficio, negozio, appartamento, luogo pubblico, e' la stessa: cosa fai a Capodanno? Ci sono quelli che lo chiedono perche' vogliono uno spunto, un'idea, da riproporre magari a propri amici;quelli che lo chiedono perche' in realta' sono soli e sperano in un invito un po' sollecitato dalla loro domanda;quelli che lo chiedono perche' e' la prassi, come chiedere come va o parlare del tempo. E poi i servizi del telegiornale, quale che sia, che ogni anno, a Capodanno, come a Natale, tornano a propinarci sempre le stesse banalissime cose, piatti, interviste a passanti in cerca dei regali o del vestito per Capodanno, immagini di discoteche o famiglie che giocano a tombola: basta!!E' per questo che non vi racconto cosa ho fatto la sera del 31 (comunque mi sono divertita!), ma quello che ho fatto la sera del primo, tanto per essere coerente con l'aver fondato il club La Nicchia! E, tanto per essere originale, la sera del primo sono andata al cinema, a vedere un film che non poteva aprire in modo migliore la stagione 2009 dei film da me visti: L'ospite inatteso.
Un film inequivocabilmente bello, di quelli per i quali non devi trovare l'aggettivo giusto, o la qualità tecnica da esaltare, perchè e' davvero bello, sotto tutti i punti di vista, e percio' la storia, la fotografia, la regia, i tempi, le musiche, gli attori, le inquadrature, sono un tutt'uno che concorre simultaneamente a farne un bellissimo film. Da non perdere. Sulla fiducia, non vi dico altro.
Elena2009