La Nicchia della Poesia (letta, piaciuta, condivisa!!)

Lascio a te queste impronte sulla terra
tenere dolci, che si possa dire:
qui è passata una gemma o una temoesta,
una donna che avida di dire
disse cose notturne e delicate,
una donna che non fu mau amata.
Qui passò forse una furiosa bestia
avida sete che dette tempesta
alla terra, a ogni clima, al firmamento,
ma qui passò soltanto il mio tormento
(Alda Merini)

domenica 31 ottobre 2010

Uomini di Dio e La scuola è finita

Uomini di Dio. Bellissimo.L'ho guardato con gli occhi dell'analisi, attenta a cogliere i dettagli tecnici scelti dal regista, il tipo di inquadratura, i piani sequenza, campo e controcampo, anche perchè consapevole di doverne fare la scheda didattica ad uso delle scuole. Ma tanta attenzione è stata ripagata. Raccontare la fede,il martirio, la testimonianza, senza un minimo di retorica, senza scadere nell'oelografica, e con tanta precisione, ma anche partecipazione, gettando uno sguardo intenso sulla storia recente ma anche sulle sfaccettature delle vite interiori di questi monaci, uccisi in Algeria nel 1996, non è impresa da poco. Un pulizia delle immagini, la scelta ripetuta del piano sequenza, inquadratura fissa per le scene di preghiera, ma con un forgorante cambio di prospettiva solo per la notte di Natale: sempre con la telecamera alle spalle dei monaci, guardando l'altare, nella preghiera dei salmi di ogni giorno, dall'altare guardando i monaci nella preghiera della notte di Natale. Forse a raccontare, attraverso questa scelta stilistica, di quell'incarnazione di cui frate Christian da una bellissima definizione. Come la musica, sempre solo quella corale dei monaci in preghiera, tranne in un momento: quello finale, di quella che potremmo definire la loro "ultima cena", in cui uno splendido lago dei cigni di Cjaicovski fa il suo ingresso trionfale, quasi a testimonare l'impossibilità dei monaci a cantare con le loro labbra l'amore di e per Dio, ora che di questo amore e del sacrificio fino alla morte che esso richiede, hanno assunto una piena consapevolezza. Semplicemente bello, dentro e fuori.


La scuola è finita. Mi dispiace non poter dire bene di questo film. Si colgono tutte le buone intenzioni, e non posso dire che sia fatto male, anzi, da un punto di vista puramente estetico è ben girato, ci sono alcune scene molto interessanti...ma mi sembra quasi una sceneggiatura abbozzata, non approfondita, messa sullo schermo. La divisione in capitoletti con tanto di titolo non aiuta...quasi un voler dare un senso, una spiegazione, a quanto si vede...spiegazione di cui non si ha bisogno e che risulta didascalica. Ma a parte questo ci sono rapporti e personaggi abbozzati, buttati un pò nella mischia,...e il problema è che sono i protagonisti. Molto bravo il ragazzo, ho trovato invece un pò manierati sia Amato che la Golino...manierate e manieristiche alcune scene, la Ponziani, ma addirittura ho trovato manierati anche i costumi e alcune parti del racconto. Credo possa dare spunti per le scuole, ma più per suscitare la tematica che da un punto di vista formale.Bella la canzone del cantate delle Vibrazioni, che accompagna tutto il film ed il finale, rimanendo nella testa anche fuori del cinema. Ma per un film è un pò poco.La scuola è finita: rimandanto a settembre.

domenica 3 ottobre 2010

Inception

Sono molto contenta di aver visto un film che non rappresenta proprio il genere di film che mi vede seduta in sala, al cinema. Sto parlando di Inception. Mentre lo guardavo, e poi all'uscita, il pensiero che circolava nella mia mente (idea mia personale o innesto? insinuerebbe Cobb) era: chi ha fatto questo film è un genio!! Perchè si tratta di un film d'azione, certo, ma con tanti e tali livelli di complessità e lettura (è proprio il caso di dirlo, e chi ha visto il film mi capirà!) e una qualità delle immagini, delle introspezioni, dell'intreccio, degli attori che...insomma, ho deciso di vedere tutti i precedenti film del regista!! Anche perchè pare che molti dei personaggi siano accennati o ripresi, almeno come spunto, da sue precedenti opere.

Alla seconda scena, stanza arredata all'orientale,ma sul classicheggiante, un vecchio di spalle,in vestaglia da camera che, seduto su una sedia davanti ad grande tavolo,gira parzialmente il capo all'arrivo del personaggio di Di Caprio, il mio cervello mi manda un flash e penso: 2001 Odissea nello spazio! Uscita film, Silvia mi dice che ha avuto la stessa suggestione in un altro punto.Prendo l'intervista al regista su Ciak e leggo che agli attori, prima di inziare le riprese,ha fatto vedere proprio il film di Kubrik per accrescere le loro ambizioni!!Beh, se non è un bel corto circuito questo!!
Un film labirinto, con tutti gli ingredienti, anche i più classici, dell'avventura, dell'action-movie, che ti tiene accesa la mente per due ore e passa, che ti tende i muscoli tanto che a metà film le mie compagne di cinema avevano lasciato la comodità dello schienale ed erano immerse nella visione, con il busto proteso in avanti...come dire, più che un film un'esperienza corpo-mente! Assolutamente da vedere, perchè riesce a mantere un tale livello di qualità e di autorialità a dispetto del genere,che anzi, lo vivifica con quanto di meglio, sotto il profilo della regia e della recitazione, si possa realizzare.
Beh, è chiaro o no che mi è piaciuto molto? E poi, un film che fa lavorare il cervello merita un plauso a prescindere! Baci cinefili Elenusia

venerdì 24 settembre 2010

Terza puntata - recensioni dalla Mostra

Passione
Più che un film un modo musicale di raccontare se stessi, la ricerca della propria identità, delle proprie radici. Cosa che Turturro ha fatto con gran classe, con grandi professionisti, belle riprese, le bellisime canzoni napoletane, grande ironia nel prendere in giro se stesso (imperdibile guardarlo "ballare" con Fiorello sulle note di Caravanpetrol!) ed i clichè su Napoli. A volte usandoli anche. Ma sempre con gran classe. Unico neo la semisceneggiata napoletana interpretata da Ranieri sulle note di Malafemmina...una nota stonata in una bella esecuzione!E poi la grande umanità di Turturro, che è scoppiato in lacrime alla fine della proiezione. John, we love you!
L'amore buio
E' davvero così chiara la linea di demarcazione tra vittime e carnefici? In un gioco di ruoli, il film racconta due storie, due facce di una medaglia, le due facce della città, di una splendida Napoli, di due mondi, due classi sociali, l'amore, quello che c'è e quello che manca, quello violento e quello che fa male anche senza violenza, quello libero e quello imprigionato,sia tra le mura di un carcere che tra le mura di una casa. Un bel film, difficile, intenso, molto stile Capuano nella resa. Gurdandolo ho pensato: mi ricorda La guerra di Mario...e solo dopo ho realizzato che stavo parlando del precedente film dello stesso regista! Cameo di un Gifuni splendido come sempre.
Malavoglia
Belle idea quella di attualizzare ai giorni nostri la storia immortale dei Malavoglia, dei personaggi, icone di ogni epoca, che vivono,oggi come sempre, le loro tragiche esperienze, ma anche la gioia semplice dell'amore. Un cast di giovanissimi, interessanti, che rendono credibile la narrazione che su di loro poggia. Con un tocco di speranza in più rispetto al romanzo da cui parte, specialmente per l'esito della vicenda di alcuni dei personaggi, ad esempio Lia. Perfetto per le scuole, per cogliere almeno i principali nessi di quell'affresco incredibile che Verga ha scritto ma che difficilmente i ragazzi leggeranno!Ma bello da guardare anche per chi ha relegato quella storia nei cassetti della memoria.
Cirkus Columbia
Si può raccontare la guerra anche per sottrazione. Fermando la camera su quel momento, su quel limite tragico e invisibile che separa un'età dell'oro che non si sapeva di vivere da quella della tragedia che sta per scatenarsi. E tornare a quel momento significa fare memoria del punto di partenza, forse guardare anche a ciò che non si è voluto vedere o non si è fatto in tempo a fermare, e soprattutto raccontarlo a quelle generazioni che possono solo sentirlo come un C'era una volta. Una bella fiaba, come questo film, un film d'amore, che con il tocco leggero della commedia e dell'ironia ci fa volare sulla giostra dei sentimenti e dei ricordi dei protagonisti, senza dimenticare l'affannosa ricerca, per buona parte del fim, di Bonny. Uno splendido gatto nero portafortuna.
I baci mai dati
Devo dire che non riesco a resistere di fronte all'ironia. E in questo film si può dire che sia la principale protagnista. Nel suo modo sempre sopra le righe la Torre ci racconta una realtà targicomica, che però a ben guardare, nonostante le spontanee risate che suscita, lascia l'amaro in bocca ad un minimo di riflessione. Toccando magistralmente i sentimenti, ci racconta, con l'occhio impietoso dell'ironia, o meglio, scatta un'istantanea su un'Italia che esiste, che si arrangia, che sfrutta i sentimenti, che è vittima e carnefice di se stessa. Divertente, sorprendente,commovente.
Alla prossima puntata, baci cinefili Elena

martedì 21 settembre 2010

Seconda tornata - recensioni dalla Mostra del cinema

Barney's version
Premessa: non ho letto il libro, che mi dicono molto bello, e questo a volte è un vantaggio, perchè permette di giudicare il film per quello che è, a prescidendere al confronto con la sua fonte.
Beh, non accorgersi che due ore sono passate è già un grande risultato per un film, Barney's version e' emozionante senza essere sentimentalista, è divertente senza essere volgare, è un racconto, una bella storia, la storia di un uomo, ma soprattutto una storia d'amore. E' ben scritto, ben recitato, ben girato (forse senza particolari punte di originalità o personalità del regista), con quella ciliegina sulla torta che è Loenard Cohen e la sua interpretazione di I'm your man...strepitosa!! Paul Giamatti da Coppa Volpi....guardatelo e capirete come un uomo brutto riesca a far innamorare una donna, anzi, tutte le donne presenti in sala!
La solitudine dei numeri primi
Questo film ha avuto il grande handicap di essere tanto atteso, di basarsi su un libro tanto famoso, con tutti gli inevitabili rischi del caso. Ho letto il libro, che mi era piaciuto e devo dire che mi è piaciuto anche il film. Senza entusiasmi, questo si, ma il film è tecnicamente molto curato, molto studiato, ben fatto. Mi è piaciuta l'idea di stravolgere la cronologia narrativa, un pò per distanziarsi dal libro, un pò per dare un certo ritmo, un taglio narrativo proprio del film.Anche la virata horror, la musica dance, le luci psichedeliche, la musichetta inquietante con la vocina bambinesca rendono l'atmosfera dei personaggi, del loro mondo che, nel libro come nel film, è al di fuori di una realtà normale, è oltre le normali rappresentazioni del reale.
Manca per scelta, come affermato dal regista, l'ossesione per la matematica del protagonista maschile, ma secondo me allora andava preso il coraggio di discostarsene anche nel titolo. La frase sui numeri primi, inserita in una scena del film, risulta davvero come un'instrusione forzata,senza contesto, messa lì solo per giustificare il titolo e ricordare a chi non lo sapesse (solo un marziano) che il film è basato sul famoso e vendutissimo premio Strega del 2008.
Merita una menzione il cameo di Filippo Timi: un minuto, o forse anche meno sullo schermo, che vale tutto il film, se il resto non vi piacesse.Perfetto e inquietante come solo un clown sa essere, sembra un ruolo scritto su misura per lui.Da brividi, in tutti i sensi.
Noi credevamo
Non posso recensirlo perchè ne ho visto solo metà...non ho resistito, ma dovete considerare che durante la mostra si arriva a dei livelli di saturazione che cambiano le nostre percezioni. Sicuramente bello nelle immagini, molto curato, ho trovato il primo episodio un pò zoppicante perchè troppo incentrato sull recitazioni dei personaggi, che non mi hanno convinto.
Il secondo,splendidamente interpretato da Luigi Lo Cascio (non c'è da stupirsi), l'ho trovato troppo ridondante, a fronte di una unica unità di luogo, con le reiterazione troppo insistita e lunga dei temi.
Mi riservo di vederlo in sala per vedere e farmi un'idea del terzo e quarto episodio.
Attenberg
Di questo film è stato detto: un film svedese (o comunque nord-europeo) ambientato in Grecia., Forse per sottolineare la freddezza della rappresentazione, dei colori, che non ci aspettiamo in un film greco. Strano, con una protagonista bizzarra, che ci racconta il suo romanzo di formazione, ma in maniera un pò spiazzante. Le follie, i tabu' del sesso, della morte, della vita, tutto steso su un tavolo, senza infingimenti, anzi, steso sulla tela della rappresentazione filmica. Un pò a sorprenderci, un pò a irritarci, un pò per gioco, un pò per calcolo. Film da festival, non da sala, non per tutti, senza nmfamia e senza lode. Deliziosa la scelta della digressione del canto dal vivo, con la chitarra, della protagonista, a quello registrato come sottofondo di una scena di gioco del tennis, della canzone francese Tous le garcons et les filles.
Into paradiso
Commedia carina, che gioca con delicatezza su temi importanti, l'intergrazione, la malavita, la corruzione, però lo fa, almeno secondo me, in maniera un pò oleografica. Avete presente quando ci sono tutti gli elementi, tutti gli ingredienti, ma qualcosa nella torta finale non funziona? I personaggi sono un pò troppo macchiettistici, di poco oltre quella linea sottile che divide il capolavoro dal non perfettamente riuscito. Ingrana e migliora nella seconda metà, ma rimane sempre un pò troppo caricaturale. Ottime intenzioni, risultato non pienamente ottenuto.
Alla prossima puntata, baci cinefili Elena

domenica 19 settembre 2010

Prima tornata di recensioni dalla mostra di Venezia

Visto che il bottino dei film è piuttosto cospicuo (37), i tempi per le recensioni sono un pò rallentati. Facciamo a puntante, ecco la prima schiera.
Miral

Una grande delusione. Era un film che aspettavo con impazienza. Una bella storia vera, un libro della Jebral, la Palestina, il regista de Lo scafandro e la farfalla che tanto mi era piaciuto. Forse è anche un problema di aspettative, ma ero davvero frustrata alla fine della proiezione.
Innanzitutto la lingua in cui il film è girato; l'inglese. Attori non inglesi, che dovrebbero rappresentare dei Palestinesi, che recitano in un inglese stentato...praticamente la recitazione risulta orribile e rende davvero poco credibili tutti i protagonisti. Lascio il beneficio del dubbio che il film doppiato possa guadagnare da questo punto di vista.Mia cugina mi ha fatto notare che probabilmente è una scelta di diffusione, per far si che il film possa essere maggiormente diffuso, pur di far passare il messaggio.
Poi la storia, le storie: molto belle, intense, ma proprio per questo meritavano di essere affrontate in maniera più compiuta. Il tributo a Hindi Husseini la fa sembrare si una donna che lotta e vince al di là di ogni muro e divisione, ma senza raccontarla veramente, lasciando pensare che come per magia fosse circondata da un alone di intoccabilità acquisita grazie a ...qualcosa che non sappiamo e non viene detto.
E poi i dialoghi..lui e lei, fidanzati da tempo, insieme nelle lotte e sommosse, che si incontrano di notte di nascosto e...lui fa a lei una spiegazione dettagliata sulla storia della vicenda palestinese, e dei motivi per cui si debba lasciare una lotta più violenta e diventare moderati, come se lei fosse appena precipitata lì da un altro pianeta...sta raccontando il tutto a noi, chiaro, ma è troppo didascalico e improbabile, come la realizzazione di questo film.
La passione
Strepitoso, è il commento che ho gridato uscita dal cinema. Perchè è così difficile far ridere, fare delle commedie ben fatte, in cui si rida ma si trovi anche lo spazio per commuoversi. Questo è quello che mi è successo vedendolo, ho pianto prima per le troppe risate e poi di commozione.
Inoltre il film è una specie di caccia al tesoro per cinemaniaci che potranno cercare di indovinare le citazioni disseminate lungo il film, ma che non è indispensabile capire per poterne godere. E poi che dire: il mitico Battiston è da applausi a scena aperta, Orlando è bravissimo come sempre e c'è un imperdibile Corrado Guzzanti in versione Piton di Harry Potter (questa è una mia interpretazione, non so se fosse voluta) che in senso letterale "fa il bello e il cattivo tempo!".
Secondo me anche un modo ironico di prendere un pò in giro il mondo del cinema, dei registi, dei divi e delle divette...e davanti all'ironia non so davvero resistere!!Da rivedere!
Black Swan
Emozionante, travolgente, inquietante. E la musica di Tchaikovskj, le spalle di Vincent Cassel, le nevrosi e le ossesioni splendidamente interpretate dalla Portman. Un film che mi è piaciuto molto, che riesce a rendere l'ossessione, un mondo intenso, un dramma tutto interiore, quello che oggi si ama definire "un thriller psicologico". E far uscire una spettatrice da un thriller psicologico proiettato alle 0830 del mattino con un senso di soddisfazione e il sorriso sul volto è un grande risultato per qualsiasi film! Misteriosa e avvicente ricerca della propria indentità:cigno nero o cigno bianco?
Silent souls (mio personalissimo Leone d'oro!)
Un viaggio, il viaggio. Un popolo, le sue tradizioni, l'amore, la morte.Un viaggio poetico sull'esistenza, attraverso delle splendide immagini che raccontano l'amore, quello di un padre e di un figlio, di un uomo per la sua donna, di un altro uomo per i suoi uccellini in gabbia.
Perchè il popolo in questione non crede negli dei, ma solo nell'amore dell'uno nei confronti dell'altro. E alla fine non rimane che l'amore. E l'acqua scorre su tutto, e chi annega è semplicemente e dolcemente sopraffatto dalle gioie e dai tormenti.
La pecora nera
Triste ed amaro come tutte le fiabe, che ti avvolgono nelle loro trame, facendoti perdere la cognizione del reale. E anche nel racconto delle cose brutte e difficili, proprio come nelle fiabe, ci si illude che poi arrivi il principe azzurro, che vinca l'amore, che trionfi il bene. E quando il castello di sabbia crolla, e ci si rende conto che la fiaba non è tale, la verità e la realtà sbattute davanti ai nostri occhi non possono non lasciare un grande vuoto in noi e il senso di colpa per essere caduti, ancora una volta, nella trappola dell'illusione che tutto, oltre il limite del nostro naso, vada bene solamente perchè è al di là del nostro naso e fondamentalmente, non abbiamo voglia e forza per guardalo. Tragicamente bello. Intenso. Da vedere assolutamente.
20 Sigarette
E' possibile che un regista racconti la propria tragica storia personale, che tutto il pubblico già conosce, e riesca, nonostante questo, a farlo senza un'ombra di retorica e riuscendo anche a sorprendere lo spettatore? la risposta è positiva. 20 sigarette è un film in due tempi, con un ritmo incalzante, moderno, originale, anche divertente nella prima parte, come il suo protagonista, che poi ha una battuta d'arresto, quando succede quello che tutti sanno. E i tempi cambiano, il racconto si dilata, e con esso i sentimenti che i personaggi portano sullo schermo.
Mai banale, mai retorico, mai scontato, Bello, originale, emozionante, uno dei più bei film di tutta la mostra.
Alla prossima puntata, baci cinefili , Elena

lunedì 13 settembre 2010

Riflessioni alla fine della Mostra del Cinema di Venezia

E' appena scoccata la mezzanotte, e siamo passati da sabato 11 a domenica 12 settembre 2010. Un dettaglio insignificante, o meglio, banale, di routine, qualcosa che accade ogni notte, quando un giorno si è appena concluso e un altro sta per iniziare, per dirla con Marzullo. In questo caso, quella che è finita, segnata da questo passaggio di data, è la mia prima esperienza alla Mostra del Cinema di Venezia. La 67ma, per essere precisi. Oggi tutti quelli che ho incontrato mi hanno chiesto di dire loro cosa porto via di quanto ho vissuto negli ultimi 11 giorni...potrei dire 37 film (che è il bottino incassato,includendo documentari, ma senza contare i corti), potrei parlare dei ripetuti incontri con il mio mitico Battiston (autografo e foto rendono testimonianza in merito), della mia conversazione con Mazzacurati alla festa all'Excelsior prima del suo Red Carpet, all'autografo ottenuto da John Turturro, del piccolo filmato che ho fatto a Tarantino etc etc etc...Ma la verità è che la cosa più bella, banalmente, forse, ma sinceramente, è stata la possibilità di incontro con le persone;quelle della sicurezza,tra cui devo citare Bruno, uno dei responsabili della Sala Grande, che dà 10 punti a Clooney in bellezza e gestisce orde di gente isterica con la calma e la classe di un Cary Grant d'annata, e i ragazzi all'ingresso della Sala Darsena, l'inserviente del bar vicino la biglietteria che appena mi vedeva, ancora prima che ordinassi, mi regalava il suo sorriso e una manciata di cioccolatini; i commessi dei piccoli negozi che mi scambiavano per una straniera (la tabaccaia mi ha definito "una bella inglese"), le ragazze dell'industry office con cui ho fatto amicizia e che mi hanno aiutato nella ricerca di informazioni; il responsabile della biglietteria, che il primo giorno mi ha spiegato tutto il funzionamento dei biglietti e dei luoghi e che quando mi ha incontrato nel pomeriggio mi ha chiesto se avessi preso confidenza con ogni cosa, e quello dell'ingresso in Sala Darsena che ha cenato con me e Filomena, seduti sui cubi del bar; lo stesso Battiston, che mi ha commosso quasi fino alle lacrime quando mi ha detto che la sua Coppa Volpi, il miglior riconoscimento che possa avere, è l'affetto che io e gli altri intorno a lui gli stavamo testimoniando in quel momento, dopo il film Notizie degli scavi; Mazzacurati, che dopo i miei sinceri commenti sul suo film, mi ha detto: "Dammi del tu"; Giovanni, che cantava seduto vicino a me le canzoni di Elio e le storie tese, e che vive a Londra ma scrive per una rivista australiana, e con il quale poi ci siamo sistematicamente incontrati tutte le sere; Lino, che ho abbracciato con piacere dopo avere visto il film in cui recita, bravo come sempre, anche se gli ho dteto francamente che il film non mi piaceva; Eitan, con i suoi progetti, i suoi film, i suoi mille incontri e l'entusiasmo contagioso dei 20 anni, compagno di cene di 15 minuti nel punto ristoro, Maria Letizia, che mi ha chisto informazioni il primo giorno e con cui abbiamo scoperto Antonella amica in comune a Roma; Antonella, appunto, che è venuta per il fine settimana: Roberto ed Helen, due giornalisti di base a Milano, con i quali faremo grandi progetti a livello europeo;Il giovane giornalista di Francoforte a cui ho chiesto parere su di un film che non avevo visto e che poi ho incotrato più volte; e poi Edward, che mi ha presentato Sandra, che mi ha regalato il suo libro sul cinema australiano e che mi ha presentato un altro amico; Lucas, Fatima, Emilie, Stephanie, di Europa Cinemas, Giorgio Gosetti e lo splendido modo che ha di introdurre i film dei Venice Days, Giuseppe di Bergamo e Caterina, con cui ho condiviso belle chiacchiere a cena in riva al mare;Peter, che era rinchiuso a San Servolo, per un seminario, e mi ha detto che si sentiva ad Alcatraz ; e poi Eugenia e Nicoletta, conosciute alle proiezioni, con le quali facevamo gite all'Excelsior per andare in bagno o passeggiare sulla spiaggia, e che ho scoperto essere amiche di Giuliana, l'esercente di Treviso che ha fatto il seminario a Bologna con me, e che ho incontrato questa mattina per una passeggiata a Venezia; e Cirri, che incontrato alla conferenza stampa di Martone, mi ha invitato a parlare della mia esperienza alla trasmissione radiofonica Caterpillar; tutti quelli che mi hanno inviato i loro sms di sostegno dalla capitale e non solo; e per concludere Muller, con cui mi sono trovata a scendere le scale dopo l'ultima proiezione di ieri sera e al quale ho rivolto i miei ringraziamenti. Perchè, con più o meno glamour, più o meno Vip, più film italiani e meno stranieri, i lavori in corso, e tutto quello che potete leggere sui giornali su questa mostra, per me rimane un'esperienza bellissima, piena di umanità, che mi ha arricchito e ha reso indimenticabili queste mie vacanze estive 2010.

Last but not least, Fabio,Alberto e Nicoletta. I tre moschettieri senza i quali tutto questo non sarebbe stato proprio possibile.Grazie!

domenica 29 agosto 2010

L'uomo fiammifero

Finalmente sono riuscita a vedere il film! Abito a due passi dal Nuovo Cinema Aquila, ma quell'orario di proiezione del pomeriggio...io sempre al lavoro! Ce l'ho fatta, desideravo tanto vederlo e sono felice di averlo fatto questa sera al Sacher...che dire? L'uomo fiammifero è un film che riesce a restituirti l'infanzia, a farti fare il tifo per un bambino che insegue un sogno, a cui noi, da adulti, non crediamo più, una fiaba tanto intrisa di realtà da regalare forti emozioni di fronte alla verità dei sentimenti.E poi la fantasia...alle scuole elementari adoravo quando la maestra ci dava per compito quello di scrivere Storie inventate, avevamo un apposito quaderno, e lo ricordo ancora con commozione, perchè attraverso le storie inventate potevo liberare tutto il mondo interiore. La  storia è bellissima, e i disegni sono strepitosi!!E poi l'Abruzzo, che è anche la mia regione d'origine:insomma, sono riuscita a farvi capire che il film mi è piaicuto tantissimo? Evviva la social distribution! Elena

venerdì 20 agosto 2010

Mon oncle

Rientro ora dalla visione di Mon Oncle di Tati e non riesco a togliermi il sorriso che mi si è stampato durante tutto il film sulla faccia!! Ma che meraviglia!! Che magnifica mescolanza di grandi contenuti, di riflessione sulla società con la leggerezza assoluta, nel senso più bello che possa intendersi, della commedia....avevo le lacrime agli occhi, per le risate, e con me i 50 intrepidi spettatori cinefili, anche giovani, che affollavano questa mini-arena del Cineclub sotto casa mia, fatta dentro un centro anziani!!La forza de cinema......Baci cinefili Elena

sabato 5 giugno 2010

Il tempo che ci rimane

Sono troppo presa dall'entusiasmo per riuscire ad andare a dormire senza prima scrivere di questo meraviglioso film che ho avuto la fortuna di vedere questa sera.

Perchè stasera ero troppo stanca per studiare e allora mi sono regalata due film al cinema...visto che domani e domenica staro' rinchiusa nuovamente a studiare!!
Il primo film è 14 kilometros, racconto del viaggio tragico di due ragazzi africani che cercano di arrivare in Europa attraversando mezza Africa. Molto didascalico, ma con delle scene del deserto da brividi (un po' da cartolina, e' vero), e comunque un film godibile, che scorre senza particolari intoppi, con un profondo significato, perfetto, secondo me, per le scuole, e il discorso dei respingimenti, degli immigrati e di una maggiore comprensione delle loro storie.

Il secondo è Il tempo che ci rimane, di Suleiman: beh, merita qualche riga in piu'. Intelligente, ironico, divertente, commovente, con delle scene in cui mi sono compiaciuta ed ho davvero goduto dell'inquadratura del regista, che come piace a me quando faccio le foto, ama incorniciare cio' che guarda, e allora cancelli semi-aperti, vetrate, finestre, porte, muretti...e l'ironia sugli arabi, e quella sugli israeliani, e l'amicizia, i grandi affetti,i genitori, la politica, la guerra, il passato, il presente...insomma, bello, bello, bello a tal punto che mentre lo guardavo pensavo: dovrebbe vincere l'oscar, la palma, il leone e chi piu' ne ha piu' ne metta!Perche' un anno di attesa prima di vederlo in sala dopo Cannes 2009?
E poi la musica, la disco-music araba, e quella tradizionale, la poesia del silenzio del regista, anche attore protagonista, il surrealismo di alcune scene, i vicini, la zia....
Credo si sia capito che il film mi e' piaciuto tantissimo. Mentre tornavo alla macchina ero felice e cantavo e parlavo da sola, grata di averlo visto, e anche decisa a fare un passaparola martellante perchè tutti vadano a vederelo. Suleiman I love you!
Notte, la cinemaniaca Elena

domenica 30 maggio 2010

Le quattro volte

Le quattro volte: dirne le caratteristiche sarebbe fuorviante perchè è un film senza trama, senza dialoghi, senza musica. E uno potrebbe pensare: che noia!! Invece, non c'è stato un solo momento di noia, anzi, ci sono stati momenti in cui ero rapita dalle inquadrature, ma anche da quello che succedeva, come la costruzione dell carbonaia...assolutamente affascinante!

E c'e' un segnale ormai certo del fatto che un film mi piaccia...mi ritrovo ad avere le guance doloranti per il sorriso che vi si stampa durante tutto il film, se questo mi piace. Ed è accaduto anche stasera.
Semplice, nel senso più bello del termine, nel contenuto e nella forma, senza ricerche estenuanti di estetizzazione, ma con inquadrature e scelte di angolazioni bellissime, lo sguardo del regista si è posato senza alcuna velleità di giudizio su quanto ripreso...si è limitato a raccontare restando a distanza, quindi senza partecipazione emotiva, ma concentrando l'attenzione sui soggetti osservati.
E poi questa idea dei mondi, umano, animale, vegetale e minerale, del ciclo che li racchiude tutti.....filosofia senza filosofismi!!
Insomma, si è capito che mi è piaciuto??
Due scene su tutte:l'inquadratura dell'intrico delle strade e delle case del paesino dall'alto, e la ripresa delle capre da dietro, che spingendosi, saltando, percorrono la strada che le porta al pascolo...una grande padronanza della macchina da presa, con scelte precise del regista che riescono ad essere colte, e che si apprezzano durante la visione.

sabato 29 maggio 2010

A volte capita: due film che non mi hanno entusiasmato

A parte il bellissimo film di Kielowski che ho avuto la fortuna di vedere al Farnese, La tranquillita', gli ultimi due film che ho visto al cinema, cioe' L'uomo nell'ombra e Cosa voglio di piu', non mi hanno entusiasmato.
Per L'uomo nell'ombra, non posso dire che non mi sia piaciuto. E' ovviamente girato benissimo, c'era un Ewan McGregor da urlo, da portare a casa e mettere sul comodino, bella regia, anche interessante il gioco sulla trama, con il colpo di scena finale, ma ho trovato il primo tempo un po' lento, visto che stiamo parlando di un thriller, ma lento non nel senso di mancanza di azione, ovviamente, ma piu' di mancanza di costruzione della tensione, cosa che sicuramente è riuscita meglio nella seconda parte.Una cosa è certa: è un film che lascia spazio, una volta visto, alla discussione, perche' ci siamo trovati a parlarne fuori del cinema, e ognuno di noi aveva una diversa interepretazione sul protagonista, sui colpevoli, su chi avesse o no capito, come, perchè, etc, etc...quindi, stimolante!
Cosa voglio di più e' stata una delusione. Anche qui, girato benissimo, su questo non ci piove, ma ho trovato delle contraddizioni tra l'intento narrativo e la sua realizzazione, poca credibilità nelle scelte fatte, secondo me la storia era poco credibile,  non è mi è piaciuta la recitazione di Favino, e, segnale allarmante per un film, almeno per me che sono davvera abituata a vedere di tutto, anche un film armeno con sottotitoli in cinese, come dice Harry, a mezz'ora dalla fine sbuffavo un po' di noia.
E' ovviamente questione di gusti, eravamo in quattro a vedere il film e siamo usciti con quattro opinioni diverse!! E' anche il bello del cinema! Stimola la mente, la riflessione, il confronto, la discussione...ovviamente dipende anche di quale tipo di cinema stiamo parlando!!
Al prossimo film! Elenusia

sabato 8 maggio 2010

Life during Wartime ovvero Perdona e Dimentica

Martedì è stata la volta di Todd Solondz, questo regista di cui non riesco a pronunciare bene il cognome.
Quelli alla moda direbbero che è un film weird, che è una parola che comunque rende l'idea e raffigura anche il tipo di una delle protagoniste.Noi diremmo piu' poveramente: Strano.Straniante, ma neanche tanto. Perche' questi termini potrebbero fuorviare. Semplicemente fuori da ogni schema, è un film che mi ha affascinato per la sua originalità, per i suoi dialoghi, ma anche per la coerenza e la capacità di impiantare un discorso e portalo a termine senza doversi sforzare di essere weird...essendolo e basta!!
Una sceneggiatura curatissima, all'infinitesimo dettaglio, cosi' come ogni colore, ogni quadretto alla parete, ogni sedia e tavolino, tanto che li ho notati, talmente erano messi in bella mostra, personaggi essi stessi del mondo che si andava rappresentando e smontanto pezzetto per pezzetto, immagine per immagine, parola per parola. The enemy is within us. Questa una delle più belle frasi del film, e che fondamentalmente lo rappresenta, senza voler raccontare nulla della trama.
Un film intelligente, che può traumatizzare solo chi non e' abituato a vedere veri film. Un film che magari vedranno in pochi, ma il sorriso stampato sulla mia faccia mentre lo vedevo era di compiacimento, per essere una di quei pochi....insomma, andate a vederlo, ma occhio, e' per cervelli che non vogliono spegnersi in sala!!
Potremmo dire che è un film che riattiva la circolazione cerebrale! Curativo! Elenusia
p.s. Attenzione alle parole della canzone Life during wartime, scritta dallo stesos regista! La potete sentire sia durante il film che sui titoli di coda!
p.s.p.s. Ovviamente io l'ho visto, e va visto, in lingua originale!!

lunedì 3 maggio 2010

Happy Family

E invece, contrariamente a quello che pensavamo, Happy Family e' un bel film!

Certo, molto fuori dagli schemi convenzionali dei film..e' una commedia, davvero una commedia, fatta molto ma molto bene, con la maestria tecnica di un Salvatores, che si e' proprio voluto togliere lo sfizio...di cosa? Di parlare solo delle cose che gli piacciono, del cinema e ci come lui pensa si debba scrivere per il cinema, della musica, di fare un omaggio ad una citta' come MIlano cone delle bellissime e curatissime immagini, che erano un film nel film, di far vedere anche lo spazio e la liberta', data agli attori, tutti bravi, di recitare il loro ruolo, ma anche qualcosa di piu', si puo' dire che hanno interpretato non solo quello, ma anche il personaggio che sono nella vita, tipo Abatantuono..non era molto diverso, e non ci si sarebbe aspettato altro da lui, da come appare anche quando va e parla in una trasmissione televisiVa, tipo quelle sul calcio... risate, ritmo, trovate innovative, belle scene, ricchezza di colori, dettagli,tutto curatissimo, molto raffinato.
Il pubblico rideva alla grande,,,anzi, devi dire che il pubblico dell'Eden e' un po' peggiorato, diciamo che manifestavano in maniera esageratamente scomposta il proprio gradimento della battuta, o della gag in atto!! Comunque c'era davvero tanta gente, anche per gli altri film , che sono quello di Soldini, quello di Solonodz, e quello di Resnais.
Mi sono davvero divertita, e il gioco del cinema nel cinema, anzi, quasi del teatro, in questo caso, con un retrogusto pirandelliano, mi e' piaciuto molto. C'erano poi tanti piccoli riferimenti, citazioni, rimandi, che danno quel tocco in piu' per chi vuole scoprirli. Bravo Salvatores...promosso a pieni voti!
Notte Elenusia

mercoledì 7 aprile 2010

Anteprime

Ormai menu fisso: martedi' anteprima...e questa volta di nuovo al Quattro Fontane. Ma ho anche capito una cosa: che ormai ho visto tanti, troppi film, e per sorprendermi bisogna impegnarsi tanto, ma non basta.
Simon Koniaski, questo il film di stasera, ad impegnarsi si è impegnato tanto, ma il risultato non è pari all'impegno. Troppe sono le influenze che evidentemente incidono sul regista, ma soprattutto troppo visibili e riconoscibili, dal Serious man dei fratelli Cohen, anche se non so quale dei due film sia stato girato prima o dopo, al mitico Ogni cosa è illuminata. Ma, attenzione, le influenze sono tanto riconoscibili quanto meno riuscite. Il film manca di ritmo, e i tenativi di trovarlo anche grazie all'inserimento di musica dance o samba, o comunque non omogenea con l'ambientazione in parte riescono, ma solo sulla breve distanza. Alcune illogicità ed incoerenze, presenti ed evidente, non vengono risolte con la carta surrealista...non vengono risolte e basta. La cosa più evidentemente sbagliata è sicuramente il doppiaggio: voci che non c'entrano niente con le faccia, recitazione forzata, dialoghi italiani troppo ridondanti , lunghi, senza ritmo, che si trascinano quei secondi in più che smorzano gli effetti cercati. Avrei tagliato buoni venti minuti del film, e forse l'andatura totale ne avrebbe giovato. Introduzione troppo lunga, troppo breve il raccordo tra l'introduzione ed il corpo del film, troppo lunga la seconda parte.
Il regista era presente in sala e ahime' per lui, il pubblico era un pubblico sincero che non ha applaudito per educazione alla fine del film. Gente scelta e sincera!!Un film che si può perdere.
Sabato sera invece, in quel di Avezzano, sensazione meravigliosa:sala da 150 posti, cinema Astra, persone presenti in sala: 2, cioe' io e Laura!! Abbiamo dovuto chiudere da sole le porte della sala, secondo noi speravano di non fare la proiezione!! Abbiamo visto Il piccolo Nicolas e i suoi genitori.
Splendide immagini, una cura del dettaglio,dei colori, della fotografia quasi maniacale, con bellissimi effetti.
Il primo tempo manca un po' di ritmo, ma e' comunque gradevole, bravi gli attori, ben resa l'atmosfera di quegli anni,o meglio,  dell'immiginario che noi ne abbiamo, soprattutto attraverso l'illuminazione e il colore delle immagini (un po' come in An Education), senza volonta' di realismo,ma anzi, di idealizzazione e stilizzazione.
Il secondo tempo si riscatta sul ritmo, e procede in maniera più incalzante e convincente.Ma soprattutto, gran finale, che lascia un sorriso dolce sulle labbra, come nei desideri del protagonista...ma non voglio svelare di più. E' un film che lancia dei bei messaggi, molti educativi, senza porsi in cattedra, ma guardando al mondo con gli occhi di Nicolas e dei suoi amici, ma soprattutto portando alla ribalta le cose semplici, senza banalizzarle. Meravigliosa la scena di un pranzo a casa, in cui il papa' di Nicolas cerca di risollevargli l'umore facendo versi strani: un interno quotidiano, normale, di quella normalita' che pero' scalda il cuore e intenerisce. E tutti facciamo il tifo  per Clotaire che con uno sforzo sovrumano della mente riesce a dire: la Senna!E noi esultiamo in un tripudio di gioia insieme a tutta la classe!W Nicolas...il film!!

mercoledì 31 marzo 2010

Departures

Che dire del film? Che sicuramente la trama puo' spaventare di più di quello che in realtà il film e'...nel senso che l'ho trovato a meta' strada tra il film di nicchia e quello più popolare, accessibile...nel senso che, chiaramente, il soggetto e' di nicchia, la storia di un giovane uomo che trova la sua strada nella TanatoEstetica, o NecroCosmesi, non e' certo un cinepanettone...ma il tono con cui, specialmente nella prima meta', la storia e' raccontata, cosi' come le tradizioni e le manie del popolo giapponese, e' di sorprendente levita', con momenti davvero comici che hanno scatenato l'ilarita' rumorosa della sala...insomma, risate sincere e sorrisi disseminati lungo tutta la prima parte del film...la mia vicina di posto ha avuto quasi le convulsioni tanto le veniva da ridere!!

La seconda parte del film e' nettamente meno ridanciana, prende il sopravvento la tematica della vita, della morte, degli affetti, delle difficolta' di relazione, ma anche qui, senza la drammaticita' che questi temi possono evocare, ma raccontati sempre con un certa soavita'...ci sono pero' alcune pecche in questa seconda parte: il brodo e' stato allungato troppo, si poteva tagliare almeno un quarto d'ora/20 minuti, la fine e' sembrata tirata troppo per le lunghe, con un eccesso di didascalismo...avevamo capito, si poteva sorvolare sul racconto dettagliato....l'inserto di alcune scene "poetiche", che fungevano anche da volano tra la prima e la seconda parte, ed entravano in alcuni momenti topici, erano troppo..."americane", un po' troppo "studiate", "scontate", insomma, quasi una rappresentazione di cio' che un immaginario occidentale ha del Giappone, le foglie del ciliegio rosa che svolazzano, cosi' come i gabbiani che si alzano in volo, il salmone che risale la corrente, lui che suona il violoncello sul greto del fiume, il tutto condito da una bella musica di sottofondo...romanticamente e scontatamente estetizzanti all'americana...ma non voglio eccedere nella severita' del giudizio, perche' nel complesso il film e' gradevole, si piange, si ride, insomma, e' più accessibile di quello che pensavo,anzi, oserei dire più commerciale, anche se la tematica rimane un po' ostica, perche' non ci piace mai parlare della morte.
Diciamo 2.5 stelle su 5....
Considerando i candidati all'Oscar dello scorso anno:
'Revanchè (Austria), 'La classè di Laurent Cantet (Francia), 'La banda Baader Meinhof' (Germania), 'Valzer con Bashir' (Israele), 'Departures' (Giappone).
L'unico che non ho visto e' Revanche'....probabilmente avrei dato l'Oscar a Valzer con Bashir...ma Departures e' , ironicamente, piu' rassicurante, e piu' vicino alla sensibilita' americana, per come e' raccontato.
Il film e' distributo dalla Tucker film, ma ad introdurne la visione e' stato Cesare Petrillo della Teodora film, che pur non essendo il distributore, ne sposa la causa....ci ha addirittura ringraziato perche' in tempi cosi' bui avevamo scelto una serata di cultura....
Ci ha chiesto di fare il passaparola in caso di gradimento...io comunque lo raccomandero' ai colleghi, perche' per noi e' un'ulteriore conferma di alcune cose che, purtroppo, abbiamo imparato a nostre spese, del Giappone e del suo mondo...e un modo per prenderle un po' in giro...
Osakini shitsurei shimas...sayonara Elena-san

domenica 28 marzo 2010

E intanto il tempo se ne va....

Gia' 18 giorni dall'ultimo post? Cosa e' accaduto nel frattempo?
La notte prima della foresta - testo di Koltes- Claudio Santamaria.Come ho avuto modo di dire a quelli che mi hanno intervistato fuori dle teatro (pare sia andato in onda su raitre,a Parla con me), l'attore bravissimo, testo molto impegnativo von tanti spunti di riflessione....serata ridanciana, perche' con le colleghe eravamo circondate da vip...Luca Argentero (donne, calmatevi, si, bello, ma più comune mortale di come appare sullo shermo), Elio Germano, Pino Quartullo, Franca Valeri, e chi più ne ha più ne metta.
Il lunedi' successivo anteprima Ispettore Coliandro al Farnese, di nuovo Argentero e tutto il cast e produzione della serie..mancava solo il mio mitico Lucarelli!!
Teatro di nuovo, i grandi Glauco Mauri e Roberto Sturno, ne L'inganno, di Shaffer, al Valle.Una lezione di teatro impareggiabile..grandiosi!!
Cinema: ho visto Shutter Island, e sono uscita dal film pensando che Scorsese ( e non e' certo una novità o una scoperta!!) e' uno che davvero sa fare cinema...c'erano delle inqudrature da urlo...un'attenzione maniacale alla luce...un classico, diremmo, fatto molto bene, conn bravi attori, anche Di Caprio, che va visto, come ho fatto anche questa volta, solo ed esclusivamente in lingua origianale.
Domenica scorsa il pluripremiato all'Oscar The hurt locker. Chi mi conosce sa che non e' per i premi che sono andata a vederlo...una vera delusione. Un film sulla guerra fatto all'americana, senza approfondimento dei personaggi, con scelte discutibili per effeti cruenti che si potevano ritrarre in modo diverso..un'americanata mascherata da critica al sistema, ma totalmente raccontata secondo gli stilemi del sistema stesso...bocciato.Non mi stupisce abbia avuto gli oscar...una sorta di autocompiacimento nel pensare di riuscire anche ad essere autocritici,ma con ipocrisia e superficialita'...
E poi questa settimana e' stata la volta del grande cinema..Kurosawa al Farnese.Ho visto:
Dersu Uzala: il mio preferito, colori stupendi, una storia bella e toccante, grande film, grande regista.
Rashomon....splendido bianco nero, ironia, grande gioco delle prospettive del racconto...un'iniezione di intelligenza e spirito critico...
Ran - grandi storie in costume, l'ho visto come un Mestiere della armi all'orientale....un maestro.
Venerdi' di nuovo teatro, e volgio proprio segnalarvelo, e' stato bellissimo, attore unico Lino Guanciale, l'alunno di mia madre, gia' segnalato per Fontamara. Testro rielaborato da scritti di Eodardo Sanguineti, che era presente in sala....grande teatro, grande politica, grande poesia...che dire, un balsamo all'anima.
Lino strepitoso..conclusione sulle note di La liberta' di Gaber...avevo le lacrime agli occhi!! Grazie.
Vi lascio perche' ho un incontro con Ammaniti che mi aspetta...ieri sera quello con Camilleri...eccezionale!
Baci impegnati!! Elena

lunedì 15 marzo 2010

Cinema, cinema, cinema

Recupero recensioni film...e visto che sono molte, sarò lapidaria:
Il concerto: un crescendo sulle note dello splendido concerto per violini di Ciakovskij. Ironia a vagonate. Uscita sala con sorriso sulle labbra e qualche lacrima in tasca, di emozione.
An Education: un bel film che sembra già un classico, di quelli da vedere e rivedere a casa, strepitosa la protagonista. Da vedere.
Nord - un piccolo gioiello, una chicca, la tristezza raccontata con levità ed ironia.Da non perdere, uscita sala con sorriso stampato. Di nicchia.
A single man. Più che di nicchia, lento, un film di compiacimento estatico sulla bellezza dei corpi, delle immagini. Colin Firth da urlo, talmente bravo che la mi ha fatto piangere di emozione per i suoi sguardi.
Crazy Heart - bello, americano nel senso migliore del termine. Redenzione, scoperta dei sentimenti, grande musica. Jeff Bridges straordinario, Oscar meritatissimo, canta benissimo, da far venire voglia di comprare il disco!

venerdì 5 marzo 2010

I fatti di Fontamara

Sono un po' indietro con le recensioni dei film, ma e' anche vero che ne sto vedendo cosi' tanti che faccio fatica a tenere il passo!! Comunque, pausa di un post da recensioni cinema, per parlare di teatro, perche' vuoi o non vuoi questo mese sara' il mese del teatro per me.
Lo scorso venerdi' sono andata a vedere lo spettacolo Sarto per signora, con Flavio Bucci, alla Sala Umberto, regalo di Natale di Paolo...una serata strana, perche' l'attore protagonista, Bucci appunto, recitava con un piede rotto su sedi a rotelle!!
Ma il vero spettacolo teatrale di cui voglio parlarvi e' quello che ho visto stasera al Teatro India. I fatti di Fontamara. Ci si riferisce ovviamente al capolavoro di Silone,e come potevo io da brava marsicana non onorare lo spettacolo?? Ma c'e' di più: uno degli attori protagonisti, cioe' Lino Guanciale, e' stato un alunno della mia mamma, e quindi questa sera ho portato la maestra dall'alunno, dopo circa 20 anni!
A parte il lato sentimentale lo spettacolo e' bellissimo. Una compagnia strepitosa, tutti giovani e bravi, ad impersonare i cafoni del Fucino, in uno spettacolo pieno di ritmo, ironia, qualche risata nella tragedia raccontata, ma soprattutto la bellezza e l'attualita' di un testo cosi' pregnante e vivace da far rabbrividire..atro che satira politica, manifestazioni...basterebbe leggere un po' di quelle pagine al giorno come antidoto anti rincitrullimento....contro l'appiattimento della vita moderna, due gocce di Fontamara.
Beh, sono riusciti a raccontarla rendendo la parola ancor più viva, vera ed efficace di quello che non fosse gia'..complimenti su tutta la linea...se penso a quanti spettacoli mediocri calcano i più grandi palcoscenici e queste belle produzioni non trovani adeguato spazio!! W il teatro che stimola il cervello!!Andate a vedere I fatti di Fontamara, non ve ne pentirete. Una menzione speciale per la bravura di Lino...ti auguro una carriera strepitosa, ma soprattutto di riuscire a fare sempre quello che più ti piace. Elenusia

martedì 23 febbraio 2010

Invictus

Si sapeva, non e' una novità scoprire che Invictus e' un bel film. Ma a volte, proprio davanti alla cose scontate, ci sono i rischi e le delusioni più grandi.Non è questo il caso.

Dico solo questo: da italiana, che non conosce le regole del rugby, mi sono ritrovata a tenere le dita incrociate e a stare in ansia per il risultato di una partita di rugby della nazionale sudafricana di cui conoscevo gia' l'esito...da pazzi!! Ero li a trepidare come una vera tifosa sudafricana....il film ti travolge, soprattutto lo sport giocato, e ripreso, poi, nel modo in cui e' stato fatto ...le inquadrature che volavano in alto facendo una carrellata sugli spalti esultanti, beh,mi hanno fatto venire i brividi...e ovviamente le lacrime, di emozione, di gioia, di partecipazione, non sono mancate.
Clint Eastwood ha secondo me una grande capacità...riesce a fare bei film sempre mantendo la semplicita' e l'essere diretti al cuore, ma senza forzare la mano sulle banalita'...non e' intellettualoide, si potrebbe definire "popolare" ma nella sua accezione piu' bella, cioe' il suo e' un cinema diretto a tutti, accessibile a tutti, di cui tutti, senza troppe sovrastrutture, possono davvero godere, attraverso le emozioni e i sentimenti, sia quelli sullo schermo che quelli suscitati in chi guarda, ma andando comunque in profondità.
Forse il punto in piu' di Gran Torino era il soggetto originale, ma quello in piu' di Invictus e' la grande storia di un uomo, Nelson Mandela, raccontata attraverso uno spaccato, quasi un fotogramma della sua vita, che pero' la dice molto lunga su quello che ha rappresentato per la sua nazione, e per il mondo tutto come grande esempio di Umanita', di come l'Uomo davvero dovrebbe essere per poter essere chiamato tale.

domenica 21 febbraio 2010

Sentimenti

Perche' ho scelto questo titolo per il post? Pensavo a cosa accomunasse i due bei film che ho visto questa settimana (a parte Lourdes che ho rivisto per la seconda volta), cioe' La prima cosa bella e La bocca del lupo, due film diversissimi, sia come tema, che come forma, collocazione etc, etc...ma la cosa che li rende davvero speciali sono proprio i sentimenti.
La prima cosa bella e' un film emozionante, di quelli che ti rimangono nel cuore e sulle guance attraverso le lacrime che fanno scorrere. E' uno di quei film in cui diventa difficile riuscire a tener vivo il distacco, e che ti fanno ritrovare dentro la vicenda, come se fosse reale, davanti e dentro di te. Perche' e' uno di quei film che racconta la vita com'e', ma anche nel modo in cui lo fa , e' un film vero non solo nel soggetto, ma nello stile. E' reale, tangibile, rappresenta i sentimenti in maniera eccezionale, anche grazie a degli attori bravissimi, che pero' si distinguono per il fatto di riuscire ad essere bravi tutti insieme...e quello che racconta, a parte le vicende, che sembrano essere collaterali, sono proprio i sentimenti, quelli che ti guidano e che ti fanno sbandare, quelli che ti fanno vivere, piangere, gioire, soffrire, morire e vivere ancora. E ti rendi conto di come tutti i filosofismi, tutti i ragionamenti, tutte le fredde schematizzazioni se ne vadano al diavolo davanti a quello che realmente senti....a volte per fortuna, a volte no...."eternita', spalanca le tue braccia, io sono qua, accanto alla felicità che dorme, per lei vivro', e quando avra' bisogno, io ci sarò, ad asciugare le sue lacrime"..."E' l'ora dell'amore!" (citazioni canzoni dei Camaleonti, nella colonna sonora del film, ndr)
La'ltro film di sentimenti e' La bocca del lupo.
Devo dire che e' piu' propriamente un documentario, e' molto bello l'inserimento di immagini storiche, di repertorio.....la prima parte e' molto caotica, non ha uno svolgimento logico facile da seguire, ma credo sia voluto proprio per rendere l'idea della vita senza logica, senza filo, senza apparente scopo di queste persone ai margini.Il racconto che i due protagonisti fanno attraverso la voce e' toccante, sa di triste realta', e' drammatico vedere queste persone ignorate dalla vita "normale".... le loro parole cariche di drammaticita' dovuta all'esperienza vera. Il protagonista maschile ha un volto decisamente cinematografico, e' come una maschera da film, perfetto nel suo ruolo che e' poi quello di se stesso. La seconda parte del film, in cui i due sono inquadrati mentre raccontano la loro storia d'amore e' di una tenerezza e poesia da brividi, soprattutto perche' mostra la loro fragilita', ma anche quanto il loro amore sia reale, e sia stato l'ancora di salvezza per le loro vite.

La regia e' bellissima, delle scelte di inquadrature, di scorci, proprio da manuale, grazie anche ad una Genova scenograficamente perfetta.
Insomma, un bel prodotto, molto difficile sul mercato...
Domani sera mi aspetta l'anteprima di Invictus, non vedo l'ora...sono sicura che anche questa volta Clint Eastwood avra' saputo fare centro con il suo cinema semplice come le cose piu' belle e vere.
Elenusia

domenica 14 febbraio 2010

N'Import quoi

Una serata di chiacchiere, serie e ridicole, con i tuoi amici piu' cari, in una libreria bistrot nel cuore del ghetto di Roma e poi una passeggiata per i vicoletti attorno a Piazza Farnese....ma che vuoi di più dalla vita? Un lucano? C'era pure lui, il lucano, Antonio (dalla Basilicata, ndr).
Perchè, almeno per me, non contano le mode, gli orari, quello che e' bello per gli altri, la novità,l 'originalità o l'eccezionalità a tutti i costi,  ma è impagabile sentire quella sintonia, quell'intendersi con uno sguardo, essere cos' a proprio agio insieme da dimenticarsi del resto intorno, il legame, l'affetto, lo scambio, ma anche il confronto, l'arricchimento reciproco nel racconto dei propri sentimenti, delle proprie esperienze, e le divergenze d'opinione, perchè no, anche quelle....il poter essere se stessi, comunque, nella serata no e in quella sprint, perchè sai che l'altro davanti a te ti vuole bene davvero, a prescindere.
Poi se intorno c'e' un ambiente tranquillo, carino, dove si puo' parlare con serenita', come questa libreria N'Import quoi, e la splendida scenografia degli angoli più belli della città più bella del mondo (stasera sono in vena!!), e poi in macchina concludi il ritorno a casa ascoltando "La costruzione di un amore" di Fossati a ripetizione...beh, ti si colma davvero il cuore!
Non mi resta che dire grazie...Elenusia

sabato 13 febbraio 2010

Tra le nuvole

Ma chi lo ha detto che e' una commedia? Se tale si definisce un film solo perche' il protagonista non si uccide e qua e la' ci sono un po' di battute divertenti, allora si, e' una commedia. Altro che commedia con contenuto, e' la rappresentazione del dramma dell'America in crisi, del cinismo istituzionalizzato, delle teorie dello zaiono vuoto per non avere legami che pesano. E' la decostruzione del mito dell'uomo che basta a se stesso, e, nella sua americanita',della sua "troppo repentina" e poco convincente conversione alla teoria dell'altro, al bisogno dell'altro e di qualcuno affianco, dopo essere stato il teorico del non-luogo, anche dell'anima.
Dal punto di vista della forma, la prima parte e' molto molto lenta, manca proprio di ritmo, poi si riprende. La regia scorre gradevolmente, senza infamia e senza lode.
Il doppiaggio, specialmente nella parte iniziale, e' quasi imbarazzante....sembrava di assistere a quei documentari in cui intervistano dei testimoni americani, e il traduttore e' leggermente sfasato, ma soprattutto con una voce che non c'entra niente con la faccia!!
Notevole invece l'interpretazione di George Clooney, veramente bravo a rendere il personaggio e le sue emozioni...non sempre mi piace nei suoi ruoli, ma qui e ' davvero bravo, il grosso del film e' giocato sulle sue espressioni, azzeccatissime.
Nel complesso mi e' piaciuto, ma senza entusiasmi.Ma non chiamatelo commedia...  vostra Elenusia

p.s. Avete capito che ho finito gli esami?? Evviva!

giovedì 4 febbraio 2010

E meno male che ci sono gli esami!

Scusate la latitanza, come detto, gli esami ci sono stati ( ne ho fatti 3) e ci sono (ne ho davanti ancora 3)...ma mi sono resa conto che comunque ne ho visti di film!!
Intanto sono tornata a vedere A serious man, questa volta in italiano,  e devo dire che in questo modo, un po' perche' lo avevo gia' visto, un po' perche' sono riuscita a cogliere tutte le battute, mi sono divertita moltissimo. Di quel divertimento da Coen, che non  e' mai risata spensierata, ma piu' sorriso sornione e compiaciuto per aver colto la loro sferzante e dilagante ironia, per essere riusciti ad entrare nel loro mondo e modo dissacratore....insomma, sara' che il film e' incentrato sull'ebraismo, e loro sono ebrei, ma se entri e cogli il loro senso..ti senti davvero un eletto!! Solo una notazione che rende l'idea: nei titoli finali c'e' scrutto: Nessun ebreo e' stato maltrattato durante la lavorazione del film!
Welcome: che dire....bello, bello, bello, triste, triste, triste, soprattutto perche' racconta l'oggi,quello che siamo, o meglio, quello che siamo diventati: soli, indifferenti, ostili....un film che ci interroga, o dovrebbe farlo, se ancora abbiamo una coscienza civile.
Bella: favola raccontata all'americana, molto didascalica, con un bel tema....ma troppo evidenti le intenzioni, sia di contenuto che di ripresa. Come direbbe Loiret, e' come una regalo con ancora attaccato il cartellino del prezzo!!
Ho rivisto L'uomo che verra', ma non voglio aggiungere altro a quello che gia' scrissi dopo la prima visione: capolavoro su tutta la linea, senza se e senza ma.
Soul Kitchen: meglio di come lo aspettavo, nel senso che mi sembrava più commerciale di come e' in realta', per come veniva pubblicizzato. Risate, bravi gli attori, oserei dire tutto dosato nel modo giusto ( evisto che si parla di cucina!!), si esce con un bella sensazione...
Ultima chiccaç La rabbia giovane. Non lo trovate nei cinema, e' un film del 1973, ma se lo guardate lo troverete straordinariamente attuale, sia come tema che come realizzazione del film. Un cosiddetto pugno nello stomaco, ma lo consiglio.
Puo' bastare?? E meno male che sono sotto torchio con lo studio!! Baci Elenusia

venerdì 15 gennaio 2010

Periodo d'esami

Lo ammetto, sono un po' indietro con gli aggiornamenti, ma sono in periodo d'esami, due fatti questa settimana, altri quattro all'orizzonte nel giro di un mese, e allora, beh, capite da soli!
Il giorno della Befana ho visto Il canto delle spose. Un film ben fatto, con spunti interessanti, che pero' non mi ha convinto fino in fondo. C'era qualcosa nella storia, nella sceneggiatura, che mi ha lasciato perplessa, forse troppo repentini cambi d'opinione dei protagonisti, non ben giustificati dallo svolgimento della vicenda, una delle protagoniste che ho trovato poco coerente con se stessa, ma nel complesso comunque un buon film, lento nella misura in cui un film franco-tunisiono e' giusto che sia.In breve la storia dell'amicizia di due ragazze, divise dalla religione, una ebraica e una islamica, dall'amore , una per un cugino suo promesos sposo e l'altra promessa sposa ad un uomo che non ama, e dalla guerra che viene a presentarsi nelle loro vite nel 1942.
L'altro film di cui vi racconto e' un film che non avrei visto di mia iniziativa, ma per una volta ho lasciato decidere altri. Sto parlando di Io, loro e Lara, il nuovo film di Verdone. Devo essere sincera, il film non e' male, e' ben girato, la storia che racconta, di un missionario in crisi che torna per un periodo di riflessione tra i suoi cari, e' sensata, scandaglia la societa' di oggi, le sue perversioni, i suoi scricchiolii, usando i toni della commedia, con dei momenti strepitosi, come la scena in cui Padre Carlo parla con la psicologa interpretata dalla bravissima Angela Finocchiario: una scena da manuale, strepitosa!! Un serata godibile,un film che fa sorridere lanciando anche qualche messaggio. Niente male!! Ora torno alle mie sudate carte, notte! Elenusia

lunedì 4 gennaio 2010

Il mio amico Eric

Una volta e' un caso, due diventa una tradizione.Anche quest'anno, la sera del primo gennaio, ho inaugurato l'anno cinematografico andando al cinema. La scelta e' caduta sul film Il mio amico Eric, di Ken Loach.
Una commedia, divertente, giusta, con delle trovate davvero simpatiche, ma anche la descrizione di realta' sociali e delle loro probelmatiche che e' la cifra, il tratto distintivo del cinema di Loach. Lo consiglio per chi vuole passare una serata rilassante e divertene al cinema, senza dover necessariamente staccare la testa dal collo e spegnere il cervello, ma soprattutto ridere di cose che non fanno ridere, come succede in tanti altri casi sotto Natale (avete capito!!). Uno splendido Eric Cantona, perfetto nell'interpretare se stesso ma anche il mentore del protagonista. Forse qualche pecca nel doppiaggio.
Andate a vederelo, per ridere cnon intelligenza. Buona notte Elenusia

venerdì 1 gennaio 2010

E' arrivato!

Finalmente e' arrivato!! Come chi? Sono giorni che non si parla d'altro, quando arriva, cosa farai, cosa ti metti, dove ti troverai, cosa si mangia, e chi lo aspetta in piazza, chi in casa, con gli amici, in montagna, al mare, in un capitale del mondo, oppure al lavoro. E' lui, il tanto atteso e agognato anno nuovo. In questo caso e' il 2010, ma l'anno scorso abbiamo atteso con la stessa trepidante attesa quel 2009 che stasera non vedevamo l'ora di toglierci dalla scatole e dai calendari!! Un mistero che continuera' a perpetuarsi, anno dopo anno, tra girandole, botti, scuole di pensiero su come, dove e perche' aspettare e festeggiare un giorno che passa e uno nuovo che arriva...ma con un numero in piu'!! Dovunque voi siate Buon 2010! Elenusia